Mauro, tutto in un video la rabbia, il dialogo, gli spari

Trasmessi a “Chi l’ha visto?” i filmati registrati dai carabinieri a casa di Guerra Rivissute le ultime ore del 32enne malato psichiatrico freddato da un maresciallo

SANT’URBANO

La rabbia e la violenza di Mauro, i tentativi di dialogo, gli inviti ad andare in ospedale. E ancora, il litigio con il padre, i riferimenti alla “guerra santa”, passando addirittura per battute e risate con i carabinieri. Fino a quell’ultimo fotogramma: quattro militari che corrono verso di lui, intento a sferrare colpi alla testa di un brigadiere. Poi tre spari. Tutto documentato, tutto filmato. Lo si è visto bene mercoledì sera, nel corso della trasmissione “Chi l’ha visto? ” di Rai 3. Per la prima volta sono stati trasmessi i filmati registrati dai carabinieri intervenuti il 29 luglio 2015 a casa di Mauro Guerra, 32 anni. Nello stesso giorno il giovane venne ucciso su un campo di mais, freddato dai colpi del maresciallo Marco Pegoraro, oggi accusato di eccesso colposo di legittima difesa. Mauro fuggiva da un trattamento sanitario coatto a cui i militari volevano sottoporlo perché violento e pericoloso.

Pegoraro sparò nel tentativo di salvare il collega. I video – che saranno proiettati in Tribunale a Rovigo in autunno – sono stati commentati in diretta dalla conduttrice Federica Sciarelli e da Giusy ed Elena, mamma e sorella di Mauro. Lunghi spezzoni testimoniano l’irrequietezza di Mauro, che si era appena recato in caserma con alcune richieste, tra cui quella di organizzare una manifestazione contro la presenza di musulmani.



È lì che i carabinieri invitano Mauro a sottoporsi a cure e che il ragazzo comincia ad agitarsi davvero, tanto da scavalcare la recinzione della caserma e correre a casa. Un audio dei carabinieri richiede l’intervento di un’ambulanza al 118 «per una persona in escandescenze in via Roma. Per noi è uno psichiatrico noto. Non saprei dirle se è la prima volta che fa un cosa così. Non abbiamo sentito il medico di base per un ricovero coatto. C’è un’emergenza adesso, è pericolosissimo».

Nei video si evince chiaramente il tentativo di dialogo dei militari, con Mauro convinto nel portare avanti la sua causa. «Facciamo un reset e torniamo indietro? Facciamo una visita e basta», insistono le forze dell’ordine. «Sette anni fa è stata la stessa cosa. Le pastiglie ti tolgono via. Io voglio seguire questa strada, lasciatemi in libertà» risponde il giovane. «È buono, è buono», afferma una voce femminile in sottofondo. «Lo sappiamo che è buono», ribatte un carabiniere. Si scherza, addirittura sull’eventuale uso di una pistola: «Non possono spararmi. È legge. In dieci persone che sparano a uno?». «Chi è che ti vuole sparare Mauro?», ribatte quasi profeticamente un altro carabiniere.

Poi la situazione degenera: Mauro invoca una guerra santa, brandendo un bilanciere e urlando «Vieni Adonai! Vieni Adonai! », nome del Dio della Bibbia. «Andate a casa e pregate! Sei pronto per la guerra? Non avete ascoltato il bene? Ora ascoltate il male».



Mauro se la prende anche con mamma e papà, poi dà la disponibilità ad accogliere in casa un medico ma poi ritorna il caos e comincia la fuga, fino al tragico epilogo che è documentato con altrettanta confusione dai video. Chi ha il cellulare in mano arriva infatti in ritardo. Ultimo spezzone: nel video i sanitari tentano di salvare la vita a Mauro e un nugolo di carabinieri assiste alla scena. In sottofondo un carabiniere incalza il collega Pegoraro: «Sto bastardo, ’sto figlio di putt…Gli hai fatto male? Testa di m…che non è altro. Ma almeno lo hai beccato marescià? Hai fatto bene, hai fatto bene marescià». —

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