Meno big e più giovani innovatori «Il Pd tra esperienza e ricambio»

«Preferisco piangere io che far piangere i padovani come ha fatto lui». È un botta e risposta sul filo delle polemiche quello tra Sergio Giordani e Massimo Bitonci. Ma al di là delle battute il clima nel punto elettorale di piazza della Frutta è caratterizzato da entusiasmo e voglia di ricambio. Un azzardo forse, ma il Pd sceglie la strada opposta alla Lega: mette da parte i nomi di speso (grandi assenti Alessandro Naccarato e Umberto Zampieri) per far spazio in lista ai giovani, anche se con qualche «figlio di» dal cognome conosciuto. A dare lo “start” c’è Maurizio Martina, giovane ministro lombardo in ticket con Renzi, che però evita con cura qualsiasi polemica pre-congressuale: «È fondamentale contrapporre a coloro che si credono sceriffi una squadra di persone che vogliono cambiare la città. Padova in questi anni è stata umiliati. Qui non ci sono solo le appartenenze politiche ma una questione di riscatto civico».
I “big” del partito. Il richiamo all’orgoglio dem tocca al segretario provinciale Massimo Bettin, che ha deciso di non candidarsi per seguire da “regista” la campagna elettorale: «È una lista con il 50% di donne, con risorse e energie da ogni rione, con tante esperienze ma anche ricca di giovani. È la nuova storia del Pd, il primo partito della città».
In lista finiscono invece il segretario cittadino Antonio Bressa, e il suo vice Nereo Tiso. E poi alcuni dei nomi di peso dei dem: l’ex vicepresidente del consiglio comunale Andrea Micalizzi, gli ex consiglieri Gianni Berno, Margherita Colonnello, Anna Barzon e Paolo Cavazzana. Per l’area “orlandiana” scendono in pista altri due ex consiglieri: Gianluca Gaudenzio e Paola Lincetto, assieme all’ex consigliere di quartiere centro Valter Fracasso. Tra i “renziani” invece l’ex presidente del quartiere Guizza Roberto Bettella, l’ex consigliere di quartiere 5 Alessandro Sanco e la segretaria del circolo di Voltabarozzo Fiorella Monsellato.
Gli outsider della società civile. In campo col Pd scendono anche esponenti di tanti mondi diversi. C’è l’area cattolica: Fiorenza Carnovik e Cristina Piva (Caritas), Giovanni Gabelli e Giovanni Tolin (Azione cattolica e Agesci), Mariano Paolin e Romina Birra. Poi lo sport: Giuseppe Benettazzo (Usd Salboro calcio), e Sara Bolcato (Canottieri).
Rappresentati anche i tre sindacati confederali. C’è Patrizia Canovaro, della Filcams Cgil che ha fondato il blog impiegate.org. Per i diritti civili c’è l’impegno di Etta Andreella Papalia, fondatrice del Sat (servizio assistenza trans). E per l’associazionismo studentesco c’è Franco Corti. Poi lo storico leader dell’Adiconsum Roberto Nardo. E ancora la sanità con il medico di base Stefania Lana e l’ex presidente del collegio degli infermieri Adriana Negrisolo; la scuola con Gianna Pia Tucci e la giustizia con l’avvocato Renato Carpentieri.
Infine i volti nuovi. Come quello, pulito, della giornalista di Sky Beunida Shani, la mediatrice familiare Margherita Verlato e l’esperta di sviluppo sostenibile Irene Scopelliti.
Appuntamento a Roma. «Nel Pd ho scoperto una grande comunità, con dei valori forti e la stessa mia voglia di cambiare la città», ha spiegato poi il candidato sindaco Sergio Giordani che al ministro Martina ha rivolto un appassionata preghiera: «Il 26 giugno sarò a Roma a chiedere risorse al governo – ha annunciato – Perché Bitonci ha buttato via 60 milioni di euro per la seconda linea del tram».
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