Mestre-Adria, tre anni per la nuova linea
L’orizzonte temporale ipotizzato è quello della fine del 2022. Ancora qualche anno e i pendolari della linea Adria-Mestre di Sistemi Territoriali potranno finalmente entrare nella nuova era del trasporto ferroviario regionale, fatta di convogli nuovi e linee elettrificate. Molti, non senza ironia, sperano a questo punto di riuscire a resistere fino a quella data, visto il logorio provocato dai noti disagi quotidiani che sono costretti a patire.
I giorni per la “Vaca Mora”, la storica littorina a gasolio su binario unico a scartamento standard, in ogni caso sembrano quindi contanti. Ne ha macinati fino ad ora di chilometri dal 1916, quando fu inaugurato il tratto da Adria a Piove di Sacco, poi prolungato tra il 1929 e il 1931 fino a Mestre. Certamente non accadrà domani, e questo è il lato meno positivo della vicenda, ma la svolta pare proprio che arriverà. «Ci sarà da portare ancora un po’ di pazienza ma siamo di fronte a un vero e proprio passaggio epocale. Su questa linea alla fine saranno investiti qualcosa come 80 milioni di euro. Si può dire tutto ma non che non ci sia la volontà di migliorare il servizio» esordisce Gian Michele Gambato, direttore generale di Sistemi Territoriali, nel fare il punto sulla situazione della tratta in questione.
Non è stata, quella appena trascorsa, però un’estate facile per la regolarità del servizio visti i lavori, sui quali sono stati spesi circa 1,5 milioni di euro, per la manutenzione e l’ammodernamento dell’infrastruttura con la sostituzione di porzioni di vecchia rotaia con altre più moderne e sicure. Con i treni parzialmente impossibilitati a transitare, è stato organizzato un servizio sostitutivo con gli autobus, con tutte le declinazioni negative che si possono immaginare. «I lavori estivi» continua Gambato» sono stati completamente terminati. Ora procederemo con delle piccole manutenzioni. Stiamo programmando per fine mese un intervento di “rincalzatura” dell’armamento della linea. Sarà effettuato di domenica e non comporterà conseguenze sul normale funzionamento».
Che dire però dei contrattempi quotidiani, come ritardi e corse cancellate? «Capitano ancora, ma negli ultimi tempi sono decisamente diminuiti». Passando agli interventi strutturali, il direttore generale è ottimista, visto che sono già stati finanziati e si sta procedendo spediti nelle varie fasi procedurali che porteranno agli appalti.
«Per quanto riguarda gli standard di sicurezza» prosegue il direttore «è già stato appaltato il nuovo “Sistema controllo marcia treno” che porterà maggiore tecnologia sulla tratta. Stiamo vedendo anche di andare a sostituire il cosiddetto Bca, il “Blocco conta assi” che risale alla fine degli anni Novanta. Si tratta di una delle tecnologie più vecchie ancora in funzione che presto sarà dismessa. Le conseguenze saranno positive per quanto riguarda il sistema dei numerosi passaggi a livello».
La vera rivoluzione, come si diceva, sarà però quella legata alla elettrificazione della linea. «Come annunciato nei mesi scorsi» conclude Gambato «i 22 milioni di euro necessari sono già stati finanziati. Entro fine anno, conclusa la fase di ingegnerizzazione, si procederà agli appalti. Contestualmente stiamo preparando i bandi per l’acquisto dei nuovi treni, per i quali è già previsto un investimento da 40 milioni di euro. Stiamo lavorando per realizzare tutto nei tre anni previsti dai cronoprogrammi. È necessario non perdere tempo perché i tempi sono comunque ristretti». —
Riproduzione riservata © Il Mattino di Padova