MICROSTORIE / Lo strano caso del negozio aperto un’ora al giorno

Il «Lynn Sui» di via Barbargio ha cambiato orario in via definitiva. Resta aperto dalle 20 alle 21.30 dal martedì al venerdì. Ecco perché

PADOVA. Che sia un caso unico, non c’è dubbio. Unico a Padova, probabilmente in Italia, chissà, forse nel mondo. Si tratta del negozio Lynn Sui, in via Barbarigo 17/a, che da venerdì ha cambiato orari in via definitiva, rimanendo aperto un’ora e mezza (dalle 20 alle 21.30) al giorno da martedì a venerdì, e facendo orario completo solo il sabato. Una scelta bizzarra, quella della titolare Giorgia Pierotti, 58 anni, volendo un tantino snob, come dire vendo prodotti di nicchia, ho una clientela affezionata, chi mi apprezza mi segua. Una scelta in realtà fatta per passione, perché al negozio lei tiene tanto ma la pesantezza della crisi e quella via mai “decollata” commercialmente parlando, si sono rivelate un guaio.

Capita intanto che Giorgia Pierotti, la cui professione, fino al 2009 quando aprì il negozio, era quella di consulente informatica, riceva un’offerta di lavoro a Bologna. Accetta, e comincia a fare la pendolare in treno. Solo che quando rientra, la sera, invece che andarsene a casa, corre in via Barbarigo e alle 20, mentre gli altri chiudono, lei apre la saracinesca. «Quando ho aperto il negozio volevo cambiare vita, delusa dall’andazzo informatico. Cercando a quale franchising agganciarmi», racconta Giorgia «mi sono innamorata della Lynn Sui, rete che commercializza futon artigianali fatti ad Arezzo, letti in legno massello, tatami, arredo e i prodotti Marimekko, casa finlandese. E abbigliamento ecosostenibile, in canapa o in tessuto di amido di riso. Il momento per il commercio è pesante e quando mi hanno offerto il lavoro a Bologna non ho potuto rifiutare. Ma mi piangeva il cuore dover chiudere il negozio per l’investimento sia emotivo che economico e per non deludere le clienti. Spero che questo azzardo funzioni, dai riscontri vedo comprensione. Oggi le clienti mi hanno detto: purchè non chiuda, noi verremo di sera, ci va bene».

Alberta Pierobon

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