Migranti, il M5S: «No mega-strutture a Bagnoli»

PADOVA. «C’è una convergenza tra le carenze del governo e gli atteggiamenti strumentali dei sindaci. Salvini e Renzi sono alleati nel mantenere quei tappi che determinano l'espandersi dei centri di accoglienza e il business che c’è dietro». Ci pensa il cittadino-senatore Giovanni Endrizzi a riassumere la posizione del Movimento Cinque Stelle dopo la visita, lunedì mattina, negli spazi dell’ex Prandina, dove sono ospitati 350 richiedenti asilo.
Assieme a Endrizzi nell’ex caserma trasformata in tendopoli sono entrati i deputati Silvia Benedetti e Marco Brugnerotto, due consiglieri regionali (il padovano Jacopo Berti e la polesana Patrizia Bardelle) e la consigliera comunale Francesca Betto. Subito dopo in prefettura l’incontro con Patrizia Impresa e la conferma che sarà, con tutta probabilità, usata l’ex base di Bagnoli per sostituire il centro di accoglienza che oggi è in città.
Bagnoli e i sindaci. «Bagnoli è la soluzione più immediata alla Prandina, che verrà smantellata entro il 2 novembre. L'impegno del prefetto è che non diventi una mega-struttura – sottolinea ancora Endrizzi – Se dovesse aumentare il numero degli arrivi si cercheranno altre soluzioni. Ma sempre per piccoli centri di prima accoglienza. Dovrebbero essere spazi con un turn over veloce per poi trovare ospitalità in strutture medio-piccole».
Il problema è però nel secondo livello, cioè quello dell’accoglienza diffusa. «A Padova solo il 20% dei sindaci ha dato disponibilità. Gli altri speculano sul no. Oppure sono i Ponzio Pilato che chiedono il commissariamento per non dover poi rispondere ai cittadini».
Prandina e Bitonci. Quanto alla situazione cittadina il giudizio dei Cinque Stelle è netto. «Il sindaco Bitonci sa solamente abbaiare. E abbaiando non si risolvono i problemi. La Lega ha paura di risolvere un problema che è il carburante della sua protesta – accusa Jacopo Berti – Alla telefonata del prefetto che chiedeva un aiuto Bitonci ha risposto: “Non mi interessa”. Quindi la situazione che si è creata è colpa sua». «Bitonci con la sua rigidità ha ottenuto che sarà il “generale Inverno” a far chiudere la Prandina. È stato assolutamente impotente», aggiunge Endrizzi.
Le proposte. I militanti del movimento di Beppe Grillo hanno in mente una serie di soluzioni all’emergenza profughi. I consiglieri regionali proseguiranno nei prossimi giorni il giro nei centri di accoglienza della regione. I parlamentari potrebbero invece elaborare un’interrogazione al governo o forse una mozione d’indirizzo.
Prima di tutto vanno raddoppiate (da 40 a 80 in tutta Italia) le commissioni per il riconoscimento dello status di rifugiato, snellendo poi anche le procedure per i ricorsi. E poi servono accordi bilaterali per rendere concreti i rimpatri di chi non ha titolo per restare in Italia. In campo internazionale l’obiettivo è creare centri di prima accoglienza direttamente sulle coste del Nord Africa.
Compensazioni. Centrale, per Endrizzi, è il tema di come ricompensare chi accoglie: «Per quattro persone c’è un contributo di 4.200 euro al mese: un sindaco con queste risorse potrebbe sistemare quattro profughi. E investire i soldi in opere che favoriscono l'integrazione e migliorano la vita dei cittadini», sostiene il senatore.
Coop e Mafia Capitale. Infine il tema delle cooperative che gestiscono i profughi: «Abbiamo chiesto i dati su organici e margini economici. Anche per capire perché bisogna arricchire il patrimonio delle cooperative se gli stessi soldi potrebbero essere gestiti dalla pubblica amministrazione», chiarisce Endrizzi. «C'è un business dietro alle cooperative: è lo stesso che abbiamo visto in “Mafia capitale” e che bisogna stroncare», chiosa Jacopo Berti.
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