«Mio figlio non va più a scuola, lo sposteremo dalla Petrarca»

PADOVA. Ieri non è andato a scuola. E neppure oggi ci andrà. Non vuole più tornare in classe il ragazzino marocchino che venerdì è stato legato e frustato da tre compagni durante l’ora di ginnastica alla scuola media Petrarca.
«Sabato sono riuscito a convincerlo, ma adesso è inamovibile, non ne vuole sapere», spiega il papà del dodicenne. «Sta soffrendo molto: quando parliamo di questo argomento non riesce neppure a guardarmi negli occhi. Se continua così lo sposteremo in un’altra scuola».
Intanto ieri mattina i genitori (la mamma è incinta al nono mese) sono andati in questura dove hanno sporto denuncia nei confronti dei bulli, che hanno preso di mira il figlio, e dell’insegnante che a parer loro non avrebbe sorvegliato abbastanza. La famiglia è assistita dall’avvocato Luca Motta che sta valutando di far eseguire una perizia medico legale per dimostrare che le ecchimosi del ragazzo sono conseguenza di quell’aggressione. «Andremo fino in fondo a questa storia», continua il papà che in questi giorni ha ricevuto due telefonate da parte delle famiglie dei ragazzini che hanno vessato il figlio. «Mia moglie ha parlato con un ragazzino, gli ha chiesto il perché del gesto e lui ha scaricato le colpe su un compagno dicendo che l’aveva fatto perché era il giorno della Memoria».
Un elemento riportato nella denuncia e che potrebbe rendere ancor più grave l’accaduto. Subito dopo essere stati in questura i due genitori sono andati alla Petrarca dove hanno chiesto di vedere la preside o l’insegnante di Educazione fisica. «Con la preside abbiamo appuntamento domani (oggi ndr) alle 15. Mentre l’insegnante di ginnastica non c’era, ci hanno detto che è in malattia per una settimana». Nel frattempo la dirigente scolastica ha rilasciato alcune dichiarazioni: «Prima ancora di capire se è vero o no ciò che ho letto sui giornali, ho avviato un procedimento disciplinare per ricostruire i fatti, anche se non ho sentito tutti i ragazzi coinvolti», ha affermato la preside Lucia Marcuzzo. «Sabato ho sentito la vittima e la sua unica preoccupazione era che i compagni di classe non prendessero note o subissero punizioni». Anche se ora i fatti direbbero ben altro. «Nostro figlio è terrorizzato e non vuole tornare più a scuola», ribadisce il papà. «Domani (oggi, ndr) è in programma una gita ma neanche di fronte a questo si è convinto». Per quanto riguarda l’episodio la dirigente ha spiegato: «A quanto mi è stato raccontato erano in palestra sotto gli occhi di un docente fidato e con esperienza. Stavano giocando ai pirati, ricordiamoci che parliamo di ragazzini di 12 anni, legandosi a turno. Ad un certo punto un compagno per gioco avrebbe colpito con una funicella un ragazzo e una compagna sarebbe andata a dirlo al docente. Questa settimana saranno sentiti tutti i ragazzi coinvolti nella vicenda».
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