Ragazzino frustato, il papà denuncia la scuola

Parla il padre del giovane marocchino vittima del bullismo: «Mia moglie è stata ricoverata in ospedale»
BACCARIN - SCUOLA PETRARCA. BACCARIN - SCUOLA PETRARCA.
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PADOVA. «Denuncio l’insegnante di ginnastica e denuncio anche la scuola».

Frustato in classe, aperta un’inchiesta
MILANESI - SCUOLA PETRARCA MILANESI - SCUOLA PETRARCA

Non riesce a darsi pace il papà del ragazzino che venerdì è stato legato e frustato da tre compagni durante l’ora di ginnastica alla media Petrarca. «Nessuno» sottolinea «si rende conto di quanto male ci ha fatto questa storia».

Provi a spiegarcelo lei.

«Venerdì sera quando sono tornato a casa ho trovato mia moglie stesa a terra, priva di sensi. Dopo che è stata avvisata di quello che era successo a scuola è stata colta da un forte stato d’ansia e alla fine è svenuta. È anche al nono mese di gravidanza. Per questo ho deciso di andare dai carabinieri».

Dunque vuole denunciare l’episodio di bullismo di cui è rimasto vittima suo figlio?

«Sì, perché io adesso non mi fido più. Mio figlio viene bersagliato e nessuno interviene. Sa cosa c’è scritto nel referto medico di mia moglie? “Forte trauma psicologico: figlio maggiore picchiato a scuola”. Io venerdì sono rimasto fuori tutto il giorno a lavorare e quando ho messo piede in casa ho trovato il finimondo. C’era mia moglie stesa a terra priva di sensi».

Dunque ha subito un grosso contraccolpo.

«Certo, perché non è la prima volta che prendono di mira il nostro bambino. Cinque mesi fa gli hanno rubato il telefonino. Sono entrati nel suo profilo Facebook e hanno scritto “Sono gay e voglio dirlo a tutti pubblicamente”. Noi siamo musulmani. Nessuno di voi può capire cosa può scatenare una simile ammissione nel nostro mondo. Ci hanno bombardato di telefonate dal Marocco: amici, parenti. Poi abbiamo provato a spiegare loro che era uno scherzo ma non è stato facile. Quell’episodio è ancora più grave delle frustate».

Come sta suo figlio ora?

«Non mangia più, fatica a dormire e non vuole più andare a scuola. Sabato ce l’ho messa tutta per incoraggiarlo e convincerlo a varcare il cancello della Petrarca. Gli ho detto di fare finta di nulla, di non cadere nelle provocazioni».

Le insegnanti dicono che i tre che l’hanno aggredito, in realtà, sono suoi amici anche fuori dalla scuola.

«Sono solo compagni di classe, non amici. Uno di questi gli ha mandato un messaggio di scuse e lui gli ha risposto così: “A causa vostra mia mamma è finita in ospedale”. Non c’è altro da dire, in effetti».

Secondo lei si tratta di razzismo?

«Non riesco ancora a rispondere a questa domanda ma sto cercando di capire. Non posso bombardare mio figlio, non voglio appesantire la situazione. Ogni tanto gli chiedo qualcosa, nel tentativo di avere un quadro completo».

Cosa le ha raccontato di quello che è successo in palestra?

«È rimasto legato dieci minuti e il tutto è successo a quasi quattro metri dalla professoressa. Come ha fatto a non accorgersi? E se gli mettevano una corda al collo? O se frustandolo lo ferivano a un occhio? È da venerdì che non penso ad altro. Ho 35 anni e vivo in Italia ormai da quasi vent’anni. Mio figlio è nato qua, è padovano. Ma stavolta la mia famiglia è veramente in difficoltà».

Cosa avete in mente di fare?

«Intanto presentiamo la denuncia, poi vediamo. Ci sono già altri genitori che si sono messi in contatto con noi e si sono detti disposti a testimoniare che nostro figlio è un bravo ragazzo e che sono gli altri a non perdere l’occasione per maltrattarlo».

e.ferro@mattinopadova.it

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