Misterioso rogo distrugge un deposito della «Sintesi»

Imboccata dagli inquirenti la pista dell’incendio doloso: nel capannone a Faè del mobilificio fallito di Cittadella non c’era nulla che potesse andare a fuoco

di Cristina Contento

CITTADELLA

Indagini in corso sull’incendio che ha distrutto il deposito a Faè (Bl) della Sintesi srl ci Cittadella: fino a ieri la procura non aveva disposto il sequestro di quello che resta della struttura, ma il mistero è tutto da sciogliere. Oggi un primo punto a Belluno, al palazzo di giustizia. La pista verso la quale si orientano gli inquirenti è quella dolosa. All’ombra delle fiamme sono sbucati un fallimento e l’ipotesi di una lottizzazione nell’area di Longarone dove c’era il fabbricato: un mix altamente «infiammabile» dal momento che chi fosse interessato potrebbe acquistare dal fallimento a prezzi stracciati. Un’ipotesi, per ora la certezza è che l’incendio è stato spento definitivamente nella mattinata di ieri dalle squadre dei vigili del fuoco che hanno dato il cambio ai colleghi che avevano lavorato tutta la notte. Pompieri e carabinieri continuano gli accertamenti: ieri i sopralluoghi si sono susseguiti nel tentativo di capire il possibile innesco delle fiamme, che resta tuttora oscuro. Oggi tutto finirà in procura e il magistrato di turno deciderà se disporre il sequestro o se il provvedimento non serve dal momento che tutto è andato distrutto.

Non si capisce che cosa abbia provocato le fiamme: domenica l’energia elettrica era staccata: dentro c’erano mobili in plastica, fusti vari, scaldabagni e seghe circolari; non pare vi fosse la possibilità di innesco «spontaneo» delle fiamme (dovuta magari alla reazione chimica di qualche sostanza uscita da fusti). Il fuoco è partito dalla testa sud dell’edificio e dal centro di quegli 800 metri quadri di capannone di proprietà della Sintesi Srl di Cittadella (sede legale), una ditta di mobili che aveva uno stabilimento in Friuli, a Pravisdomini, per produzione e magazzino. Scartando il corto circuito, restano un atto doloso o colposo, accidentale.

La Sintesi è fallita nell’aprile 2011: 10 milioni di passivo e, finora, un paio di milioni di attivo tra immobili (compreso quello di Longarone) e proprietà in leasing. Sul capannone di Longarone si sta accertando se fosse in affitto a un’altra azienda: dalla perizia del tribunale di Padova risulta affittato alla Cadelupis (che risulterebbe in liquidazione a sua volta), ma i curatori del fallimento stanno accertando se in ultimo fosse nelle mani di un’altra azienda ancora.

Nell’attivo del fallimento Sintesi, il capannone di Longarone vale 260 mila euro: distrutto dal fuoco, vale zero.

Nell’area di Longarone è prevista una lottizzazione: qualcuno potrebbe comprare per nulla dal fallimento, essendo magari interessato al terreno. «Stiamo verificando la situazione – spiega il curatore Peraccin – Certo che se il poco di attivo che c’è va a fuoco...»

Riproduzione riservata © Il Mattino di Padova