Mix di alcol e coca, giovane commessa muore sul divano

Silvia Bergamo, 30 anni, è morta sul divano di casa, stroncata da un malore dopo aver assunto cocaina. Il fidanzato va a dormire senza accorgersene, la macabra scoperta il giorno dopo. Interrogato a lungo dal pm Dini
FERRO LUOGO RITROVO CADAVERE ALBIGNASEGO
FERRO LUOGO RITROVO CADAVERE ALBIGNASEGO

ALBIGNASEGO. Un festino a base di alcol e cocaina tra due fidanzati, lei che si accovaccia sul divano e non si rialza più, lui che non ci fa caso e smaltisce la sbornia come se niente fosse. Silvia Bergamo, 30 anni, residente ad Albignasego in via Volta 35, è passata dal sonno alla morte. Il fidanzato M.B., 33 anni, magazziniere, se n’è accorto il giorno dopo: si è insospettito vedendo che la ragazza non si alzava dal divano, ha provato a muoverla e ha scoperto che il suo cuore non batteva più. Ieri è stato interrogato fino a tarda sera dal pubblico ministero Sergio Dini.

La tragedia si è materializzata in un condominio costruito appena sei anni fa, in un quartierino residenziale a due passi dal centro. Silvia Bergamo, nata e cresciuta a Padova a città Giardino, attualmente dipendente del negozio Yves Rocher all’interno del centro commerciale Ipercity, si era trasferita ad Albignasego poco più di cinque anni fa insieme al fidanzato che invece lavora come magazziniere in un’azienda dell’Alta padovana.

Sabato sera i due sono rimasti a casa, volevano trascorrere una serata trasgressiva: un po’ di alcol, qualche grammo di cocaina, uno sballo apparentemente controllato. Ma qualcosa è andato storto e ad un certo punto lei si è allontanata per stendersi sul divano. Lui non ci ha fatto caso, pensava che fosse semplicemente stanca, che dopo una giornata di lavoro volesse riposarsi un po’, provando a smaltire la droga appena sniffata. Come se niente fosse, anche M.B. è andato a letto.

Ieri il centro commerciale Ipercity era aperto e quindi anche il negozio di cosmetica in cui la giovane lavora. Silvia era di turno. Le colleghe, preoccupate per non averla vista arrivare, sono corse a casa sua e hanno suonato il campanello. È stato in quel momento che il fidanzato ha provato a muoverla. La pelle era fredda, gli occhi persi nel vuoto, il cuore non batteva. Subito è partita la telefonata al 118. Medici e infermieri sono accorsi in via Volta e hanno tentato di rianimarla. Ben presto però si sono resi conto che non c’era nulla fare.

I rilievi sono stati affidati ai carabinieri del nucleo investigativo provinciale, che hanno scandagliato la casa da cima a fondo facendosi raccontare dal trentatreenne cosa era successo nell’arco della serata.

Nel primo pomeriggio M.B. è stato portato in caserma, dove è stato interrogato fino a tarda sera dal pubblico ministero Sergio Dini. Potrebbe rischiare anche l’accusa di concorso in omicidio colposo, nel caso in cui venisse provato che la droga alla giovane l’ha ceduta lui.

Il corpo esanime di Silvia è stato esaminato anche dal medico legale che non ha trovato alcun segno di violenza. Dunque il dubbio è che il suo cuore abbia ceduto di schianto a causa della droga assunta nel corso della serata.

La salma è stata portata in Medicina legale, dove già oggi probabilmente sarà eseguito l’esame autoptico, l’unico in grado di stabilire le cause di questa morte assurda.

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