Mohamed e la ricerca dell’alibi «Il 21 non era al lavoro per noi»

Stanghella (PD), 13 Novembre 2019. Ricerche del corpo di Samira El Attar. Nella foto: il marito di Samira, Mohammed
Stanghella (PD), 13 Novembre 2019. Ricerche del corpo di Samira El Attar. Nella foto: il marito di Samira, Mohammed

rovigo

Anche nell’udienza di ieri è ritornato prepotentemente il presunto alibi che Mohamed Barbri avrebbe tentato di crearsi nel giorno della sparizione di Samira. Il 41enne aveva chiesto ai suoi datori di lavoro di riferire che, in quella mattina del 21 ottobre 2019, lui era impegnato a lavorare nei campi. A far legna. Circostanza, però, mai provata.

Lo ha confermato innanzitutto Alberto Bassan, titolare della Bassan Due srl di Stanghella in cui Mohamed lavorava da dieci anni: «Spesso Mohamed andava a tagliare la legna in un appezzamento di terra a 500 metri da casa sua, di nostra proprietà. Non lo pagavamo per quello, ma lui poteva tenersi la legna». Per farlo, il marocchino prendeva in prestito motosega e trattorino della Bassan Due: quel giorno né l’uno né l’altro sono usciti dall’azienda. «Escludo che in quel 21 ottobre Mohamed sia stato a far legna. Eppure il giorno dopo è venuto da me e mi ha chiesto di riferire, qualora me l’avessero chiesto, che la mattina prima era a tagliare la legna. Gli ho detto che non avrei mentito».

Versione identica è quella di Giuseppe Bassan, padre di Alberto: «Nel giorno in cui Samira è scomparsa sono passato in auto attraverso quei campi. Non ho visto Mohamed, né ho sentito rumori di motosega. Solitamente, quando faceva quel lavoro, bruciava anche la ramaglia più piccola: quel giorno non c’era niente che bruciava». Pure a Bassan senior, Mohamed chiede di raccontare la versione del lavoro nel campo: «Me lo ha chiesto con insistenza tre volte. Io gli ho fatto presente che non l’avevo visto e che non potevo dirlo».

E poi ha parlato anche Michele Rocco, autista della Bassan Due e collega del 41enne: «Il 16 ottobre io e Mohamed ci eravamo messi d’accordo per andare a lavorare il lunedì successivo (il 21 otttobre, ndr) nella fattoria dei Bassan. Il lunedì mattina l’ho aspettato, ma lui non arrivava. L’ho chiamato alle 9.30 e mi ha risposto che non poteva venire. L’ho richiamato altre due volte, l’ultima alle 13.40: in quella chiamata mi ha detto che non sarebbe venuto perché aveva dei problemi a casa, dei problemi con la moglie».

Mohamed insiste con la versione del lavoro nei campi, in quel 21 ottobre, anche con la vicina di casa, che vive al piano terra della bifamiliare in cui risiedono Samira e il marito. Ha spiegato la donna: «Continuava a dire che era andato a piedi a lavorare nei campi vicini e che la sua macchina, quella mattina, era parcheggiata davanti a casa. Io sono uscita alle 8.30 e non l’ho vista e gliel’ho fatto presente: lui ha però insistito molto su quest’aspetto, ma io sono sicura. La macchina di Mohamed non c’era, o almeno non era parcheggiata davanti a casa». Nessuna spalla, dunque, a sostenere il debolissimo alibi. —



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