Montagnana, mille pazienti senza medico: sanità pubblica in crisi nella Bassa Padovana

La cessazione del servizio della dottoressa Digiovinazzo lascia scoperti oltre mille pazienti a Montagnana. Il consiglio comunale approva una mozione unanime per chiedere alla Regione più risorse e personale

Pietro Cesaro
Medici e segretari della Medicina di Gruppo
Medici e segretari della Medicina di Gruppo

 

La situazione sanitaria a Montagnana e nel resto della Bassa padovana è in una fase delicata, o perlomeno di questo è convinto una parte della politica cittadina.

L’ulteriore cessazione del servizio da parte della dottoressa Eleonora Digiovinazzo, medico di base a Montagnana, che da ieri ha lasciato il suo incarico, ha amplificato un disagio che già esisteva: ora sono più di mille i pazienti scoperti, che in queste ore stanno cercando un medico di famiglia, e la stessa Medicina di gruppo fiore all’occhiello del territorio è a rischio tenuta.

La politica locale promette di non stare a guardare, facendo sentire la propria voce anche nelle sedi più alte. Durante il consiglio comunale di martedì scorso, si è discussa la mozione “Fermare il declino della sanità pubblica nell’Usl 6 Euganea e nella Bassa padovana”, che ha ricevuto il sostegno unanime dei presenti. «Negli ultimi anni la sanità pubblica sta affrontando una fase di crescente criticità, con centinaia di dipendenti persi tra il 2022 e il 2025, nonostante l’aumento dei ricoveri e degli interventi chirurgici», ha dichiarato inizialmente il consigliere di minoranza Angelo Parolo. «Il risultato è sotto gli occhi di tutti: ospedali sovraffollati, personale stremato, e l’impossibilità di garantire un’assistenza adeguata».

A continuare è stato poi il sindaco Gian Paolo Lovato, peraltro ex medico di base nella cittadina, sottolineando l’approccio della Regione, che ha imposto un tetto di spesa troppo rigido. «Senza investimenti, la sanità pubblica è destinata a diventare un privilegio per pochi».

Nonostante le difficoltà, Lovato ha sottolineato l’importanza di continuare a sostenere il sistema sanitario pubblico, evidenziando come, nel caso di malattie complesse e costose, solo questo possa garantire un’assistenza equa e accessibile per tutti.

Uno dei punti più critici emersi durante il consiglio, appunto, è stato il futuro della Medicina di gruppo di Montagnana. Con soli quattro medici a disposizione, la a struttura difficilmente sarà in grado di far fronte alle necessità della popolazione. Proprio l’altro ieri, i quattro professionisti oggi in servizio hanno fatto una pubblica denuncia della situazione a mezzo stampa.

A complicare ulteriormente la situazione c’è il ritardo nei lavori della Casa della comunità di Montagnana. Con un termine inizialmente previsto per il gennaio 2025, la struttura che dovrebbe fungere da centro multidisciplinare e integrato per il territorio, sembra essere lontana almeno un anno e mezzo dalla sua realizzazione. «Parlando col direttore generale, mi è stato confermato che i lavori stanno proseguendo bene e che la consegna è prevista per giugno 2026. L’obiettivo è costruire un presidio completo, con medici, guardia medica, specialisti e servizi integrati», ha dichiarato Lovato.

Il consiglio comunale ha dunque approvato la mozione con la ferma volontà di chiedere alla Regione di alzare il tetto di spesa per la sanità, anche in ottica locale, di investire nelle assunzioni e di dare risposte concrete a un territorio che si trova in grave difficoltà. Il grido d’allarme è stato lanciato, ora tocca alla Regione rispondere alle chiare richieste del territorio.

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