Montagnana si ritrova con un ex ospedale «Ridotto a un ospizio con soli 30 posti letto»

MONTAGNANA. Una preposizione che fa la differenza. Con le nuove schede ospedaliere Montagnana perde un ospedale e si ritrova un “ex ospedale”. Questa, infatti, è la dicitura che la Regione Veneto utilizza per il complesso sanitario montagnanese. Le schede ospedaliere sono quel documento – che dovrà essere discusso in consiglio veneto – con cui la Regione pianifica il numero di posti letto nelle strutture sanitarie pubbliche del Veneto. Ebbene, Montagnana ne esce piuttosto male: l’ospedale diventa appunto “ex ospedale” e perde sia Lungodegenza che Riabilitazione. E, con ogni probabilità, anche il Punto di primo intervento, il “pronto soccorso minimo” che ogni giorno conta una ventina di accessi. La lettura delle nuove schede ha messo in allerta in particolare il gruppo Montagnana Progetto Comune, che chiede ora al sindaco Loredana Borghesan di battere i pugni in Regione.
L’OSPEDALE DIVENTA EX Montagnana non compare tra i cinque ospedali dell’Ulss 6 (Cittadella, Camposampiero, Schiavonia, Conselve, Piove di Sacco) ma, come “ex ospedale”, tra le strutture intermedie a gestione pubblica. «È una dicitura che fa male, soprattutto perché si traduce in tagli nei reparti» spiegano da Progetto Comune «A Montagnana sono infatti concessi solamente 30 posti letto come “ospedale di comunità”. Senza giri di parole, a noi resta un parcheggio per anziani». Nel 2013, giusto per fare un raffronto, la città murata godeva di 27 posti letto in Lungodegenza e di 18 per Riabilitazione. «Lungodegenza fa spazio all’ospedale di comunità, struttura priva di specialista medico ma con un medico a ore, e dove la permanenza è gratuita solo per un mese e peraltro al terzo si deve tornare a casa» denunciano da Progetto Comune «Riabilitazione, invece, se ne va in toto a Conselve. A questo si aggiunge la quasi sicura chiusura del Punto di primo intervento, con la permanenza a Montagnana di una sola ambulanza h24 e senza personale medico». Drastica la sentenza del gruppo: «Numeri alla mano, siamo l’area del Veneto con meno servizi sanitari, la più disagiata. Ci auguriamo che il sindaco Borghesan si attivi, anche se pare che il Comune diserti gli incontri pubblici con gli altri sindaci».
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La Borghesan assicura di aver già chiesto un’audizione alla Regione come sindaco e di aver sollecitato la Conferenza dei sindaci a chiedere un confronto con l’ente veneto: «Vogliamo capire se l’assenza dei numeri di Montagnana nelle schede corrisponda ad effettivi tagli. Le schede vanno lette e interpretate. Certo che il taglio generalizzato di letti per reparti come Lungodegenza, in tutto il Veneto, ci preoccupa non poco. Crediamo nel confronto con la Regione e crediamo si possa trovare un incontro che non ci penalizzi». L’altra sera, in sede di Conferenza dei sindaci convocata in Provincia, Michele Sigolotto – sindaco di Borgo Veneto e in realtà tra i pochi sindaci della Bassa presenti alla riunione – ha chiesto che nessun taglio di posti letto sia imposto al Montagnanese almeno fino a che non sia completata la nuova regionale 10: «L’ospedale di Schiavonia, senza questa strada, è difficilmente raggiungibile dai cittadini del Montagnanese». —
Nicola Cesaro
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