Montanari: «L’università è sotto attacco, cambiamola nel senso della Costituzione»

Il rettore dell’Università per Stranieri di Siena a Padova per presentare il libro Libera università: «Le destre che temono il dissenso vedono negli atenei un nemico»

Rocco Currado
Tomaso Montanari
Tomaso Montanari

Una sala piena, un dibattito acceso. Nell’aria il sogno di un’università diversa, più aperta, che sappia stimolare il pensiero critico: libera.

Tomaso Montanari, coraggioso e divisivo rettore dell’Università per Stranieri di Siena, ha presentato martedì pomeriggio al polo umanistico Beato Pellegrino il suo nuovo libro, Libera università (Einaudi).

Un accorato grido dall’allarme: «Non si tratta di difendere l’università così com’è» scrive e ribadisce a Padova lo storico dell’arte «perché questa università ancora segnata dal dominio maschile, fondata sul lavoro schiavile di precarie e precari, dimentica della sua missione civile, mercificata e aziendalizzata è davvero indifendibile: bisogna cambiarla radicalmente, ma nel senso della Costituzione, non della regressione illiberale e antidemocratica che così evidentemente si sta compiendo, e che poi renderebbe impossibile qualunque cambiamento».

Sull’università, sostiene Montanari, «oggi si addensano le nubi di progetti politici che per la prima volta esistono»: sono quelli delle destre che si fanno avanti nel mondo – da Trump a Orbán, passando per Meloni – e che «temono il dissenso e vedono nell’università un nemico (il vicepresidente Usa, Vance ha usato deliberatamente queste parole)».

Ma, evidenzia ancora Montanari, bisogna difenderla pure da chi, all’interno del mondo accademico, vorrebbe che i rettori venissero nominati dal governo del momento: «Vi immaginate Italo Bocchino rettore della Sapienza?» ironizza.

Il libro di Montanari è «un sasso nello stagno» secondo Luca Illetterati, filosofo del Bo, che ha introdotto la discussione a nome di Università libera, università del futuro. Nutrita la presenza di docenti e precari dell’ateneo patavino che non hanno mancato di esprimere perplessità nei confronti dell’attuale governance. Che siano iniziati i lavori per individuare un possibile successore di Daniela Mapelli, più spostato a sinistra? Staremo a vedere.

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