Montegrotto, l’ex sindaco Luca Claudio è stato affidato ai servizi sociali

Sconterà l’ultima parte delle sue condanne lavorando per la cooperativa Nebo. Con tre anni 1 mese e 7 giorni sforava il limite, poi la normativa è cambiata
Luca Claudio
Luca Claudio


MONTEGROTTO TERME. L’ex reuccio delle Terme, Luca Claudio, chiede e ottiene l’affidamento in prova: sconterà l’ultimo pezzo di una somma di condanne (sotto i tre anni) lavorando per la cooperativa sociale Nebo che ha sede nel Veneziano a Favaro Veneto in via Triestina 54 ed è specializzata in servizi turistici e nel settore intermediari trasporti. Lo autorizza un provvedimento del tribunale di Sorveglianza di Milano firmato dal presidente Marilena Gandini il 26 settembre scorso e notificato martedì. Provvedimento che prende atto anche della sua disponibilità di fare volontariato per “Mani Tese” di Vigonza. Rigide le prescrizioni:l’ex sindaco non potrà uscire di casa prima delle 6 e dovrà rientrare entro le 23; vietato frequentare pregiudicati (nemmeno l’ex amico-sindaco Massimo Bordin), abusare di alcolici, frequentare locali; non potrà uscire dal Veneto salvo permesso e sarà tenuto a inviare alla Sorveglianza periodiche relazioni.

LIVIERI- FOTOPIRAN - MONTEGROTTO-ARRESTO GDF SINDACO LUCA CLAUDIO
LIVIERI- FOTOPIRAN - MONTEGROTTO-ARRESTO GDF SINDACO LUCA CLAUDIO


Fino a martedì Luca Claudio era un uomo libero. Ma non in via definitiva. I conti delle pene da scontare si fanno quando arriva l’ultimo grado di giudizio, la Cassazione. Nell’autunno scorso, sommando le sanzioni accumulate (la più pesante ha chiuso il filone tangenti nell’area Termale) è emerso che il regista e grande manovratore di un oliato sistema tangentizio (il 10% per appalto) destinato a funzionare almeno dieci anni, aveva da scontare ancora 3 anni, un mese e 7 giorni di carcere: in primo grado aveva patteggiato 4 anni poi ridotti dalla Cassazione a 3 anni e 11 mesi. Il 10 novembre 2017 erano scattate le manette in un hotel di Milano dove era stato assunto come direttore in base a un provvedimento di esecuzione firmato dal pm Federica Baccaglini, titolare delle inchieste sulle mazzette alle Terme (ora alla procura di Venezia). L’allora normativa prevedeva che la misura alternativa al carcere potesse essere concessa solo con pene inferiori ai tre anni. E lui sforava il limite per un mese e 7 giorni detratto il periodo trascorso in detenzione preventiva.

L’8 marzo Luca Claudio è tornato libero: nel frattempo era cambiata la normativa che porta più in là l’asticella entro la quale (4 anni) può essere chiesta la misura alternativa dell’affidamento in prova. L’ex sindaco (difeso dal penalista Ferdinando Bonon) fa domanda per lavorare nella cooperativa veneziana. E il tribunale di Sorveglianza accoglie la richiesta, prendendo atto delle sue spiegazioni nel provvedimento che lo autorizza alla misura alternativa. Claudio ha raccontato di lavorare per Nebo dal 15 marzo di regola dalla sua abitazione di Montegrotto in via Campagna Bassa. Ancora, di far parte di una famiglia perbene inserita nel tessuto sociale. Di essere laureato, separato (vivendo con i figli) e di avere una percezione fallimentare di sé pur non mancandogli risorse personali e di riscatto.

Quanyo al “pentimento”, i giudici scrivono che ammette le proprie responsabilità più per leggerezza che per smania di profitto. —
 

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