Morì sul lavoro a 19 anni i due titolari patteggiano
STANGHELLA. Due patteggiamenti nell'ordine dei dieci mesi, con la sospensione condizionale della pena. Questa la decisione del giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Rovigo in merito alla morte di Michele Cavallaro, 19 anni, di Stanghella.
Il giovane era morto il 22 febbraio 2017 a Ceregnano, in provincia di Rovigo, schiacciato da un carrello adibito al trasporto di marmo. A patteggiare sono stati Davide Parpagiola ed Enzo Rosso, entrambi padovani, soci e legali rappresentanti della ditta 24-7, specializzata nella produzione di piastrelle.
La tragedia, quella mattina, un mercoledì, era avvenuta verso le 11. Teatro dei fatti era stato un capannone del complesso della ex Bassano Grimeca, ora Tmb, realtà comunque del tutto estranea alla vicenda, dal momento che quei capannoni sono utilizzato in affitto ad altre ditte. Tra queste, appunto, la 24-7.
Michele Cavallaro era stato assunto da pochi mesi nell'azienda, una start up nata un anno prima con l'obiettivo di commercializzare prodotti fabbricati con componenti naturali.
L'inchiesta era immediatamente partita con il personale dello Spisal che aveva lavorato alla ricostruzione dell'accaduto. I due indagati hanno deciso di chiedere e ottenere il patteggiamento, fissato a 10 mesi e 20 giorni, con immediata sospensione della pena.
Al procedimento era stato ammesso, come parte civile, anche il sindacato Cgil, in base alla nuova giurisprudenza. La tragica fine del diciannovenne aveva scosso l'intero paese, dove Michele era attivo anche nel mondo del volontariato. —
N.C.
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