Morto centralinista del Santo

Aveva 53 anni, rinvenuto senza vita sulla riva del lago di Fimon: lì vicino una bottiglia di liquore 

Un corpo esanime sulla riva di un lago e, accanto, alcuni indizi che come in un rebus promettono di ricomporre una storia. La storia di un uomo di 53 anni, un uomo mite con il sorriso stampato sulle labbra, con una vita silenziosa e un lavoro da “dietro le quinte”. Lorenzo Casonato era un volto e una voce che si perdono nell’immensità della Basilica del Santo. Da laico lavorava al centralino ormai da una trentina d’anni.

Le sue spoglie sono state trovate ieri mattina all’alba su una sponda del lago di Fimon, ad Arcugnano in provincia di Vicenza. Vicino c’era una bottiglia di superalcolico, un po’più in là un blister di antidepressivi ancora sigillato. E questo è ciò che hanno in mano i carabinieri per provare a decifrare l’uscita di scena di questo cinquantenne solitario, che per mezza giornata prestava servizio in una delle mete mondiali del turismo religioso e nell’altra mezza accudiva l’anziana madre. Mai un eccesso, nessuna ombra. Unica passione nota a chi lo conosceva, il teatro.

Intorno alle 6. 30, con il sole di aprile che già rischiarava l’argine, un passante si è accorto del corpo rannicchiato. Il volto sprofondato sull’erba, le gambe che quasi sfioravano l’acqua. Inutile ogni tentativo di rianimazione.

Ai carabinieri il compito di dare una spiegazione a chi resta, alla madre prima di tutto e poi ai parenti stretti. Ferite sul corpo di Lorenzo non ne sono state trovate e così è stata esclusa la morte violenta. Restano in piedi altre ipotesi, nel macabro ventaglio suggerito dalla fragilità umana.

Altre risposte dovrà darle l’autopsia, a partire dalla forbice oraria in cui collocare la morte.

Lorenzo Casonato avrebbe compiuto 54 anni il prossimo mese di luglio. Abitava insieme alla madre novantenne al secondo piano di una delle case Ater di via Sanmicheli, a due passi da porta Pontecorvo.

I vicini lo conoscevano tutti, se non altro perché lo vedevano ogni giorno fare la strada per dirigersi verso la basilica del Santo, dove lavorava mezza giornata in portineria. «Era una persona molto a modo, salutava sempre e con lui si potevano scambiare anche due parole», racconta una vicina. «Non era sposato e non aveva figli, ha sempre vissuto qua con la madre che fortunatamente è ancora in gamba».

Lorenzo Casonato, lavorava al Santo da più di trent’anni. All’interno della Basilica lo conoscevano tutti, dai frati, agli addetti allo sportello informazioni, ai negozianti che lavorano dentro al chiostro. «L’ultima volta che è venuto al lavoro è stato martedì pomeriggio. Ha fatto il turno dalle 14 alle 20», dice un collega portinaio. «Lavorava mezza giornata. O la mattina dalle 8 alle 13, o il pomeriggio dalle 14 alle 20». Ieri al Santo erano tutti molto addolorati e scossi. «Una bravissima persona. Uno che non lesinava sorrisi».

(ha collaborato

Alice Ferretti)

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