Morto sotto i ferri la Procura nomina il suo super-perito

Il professor Andrea Verzelletti, dell’Istituto di medicina legale di Brescia, avrà 90 giorni di tempo per verificare se ci sono state negligenze o altre condotte colpose da parte dei medici finiti sotto inchiesta in seguito alla morte di Daniele Zanon, lo studente 17enne di Villafranca morto a causa di un’inarrestabile emorragia dopo un intervento per la rimozione di due barre ortopediche dall’addome. Il sospetto è che sfilando le barre, legate da aderenze ad alcuni organi, sia insorta la perdita di sangue.
I quesiti
Lunedì, vigilia di natale, l’esperto è stato formalmente incaricato dalla procura di esaminare tutta la documentazione clinica e il materiale prelevato dal corpo dello sfortunato ragazzo durante l’autopsia diagnostica eseguita su richiesta dell’Azienda ospedaliera a poche ore dal decesso. In particolare il consulente dovrà accertare se ci sono eventuali responsabilità degli indagati in relazione all’intervento finito in tragedia, eseguito il 10 dicembre, come di altri medici con riferimento ai due interventi precedenti subiti dal giovane paziente. Daniele fu operato una prima volta il 6 luglio 2017 per l’inserimento delle due barre allo scopo di allargare la cassa toracica (era affetto da un disturbo congenito, il petto incavato); poi fu sottoposto a un’operazione il 15 dicembre 2017 per riposizionare le barre in quanto lamentava forti fastidi. L’esperto dovrà pure accertare se c’erano (o meno) controindicazioni alle operazioni, se siano stati svolti gli accertamenti diagnostici necessari in fase pre-operatoria e se ci sia stato un monitoraggio adeguato nel periodo durante il quale il giovane è stato per tre volte sotto i ferri.
la difesa
Nel registro degli indagati per omicidio colposo sono finiti il professor Piergiorgio Gamba, il direttore della Chirurgia pediatrica alla guida dell’èquipe operatoria; il chirurgo pediatra Guendalina Mognato; il professor Vladimiro Vida,vicedirettore della Cardiochirurgia pediatrica; e due specializzandi, il dottor Filippo Ghidini di San Giorgio di Mantova, e la collega Alessandra Rancan di Padova (gli ultimi erano in sala operatoria in quanto studenti della scuola di specializzazione in Chirurgia pediatrica). Gli indagati, difesi dal penalista Lorenzo Locatelli, hanno nominato quali consulenti di parte il medico legale Anna Aprile, il professor Raffaele De Caro (esperto di Anatomia) dell’università di Padova, il professor Girolami Mattioli chirurgo pediatra dell’ospedale Gaslini di Genova e il cardiochirurgo pediatrico Lorenzo Galletti di Bergamo. —
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