Muore a 28 anni in una stanza d’albergo Trovate tre siringhe, sospetta overdose

Ha passato le ultime tre notti della sua vita in una stanza dell’Hotel Arcella di via Jacopo Avanzo, a due passi dalla stazione e dal cavalcavia Borgomagno. È morta lì, sola, ad appena 28 anni. Probabilmente stroncata da un’overdose. Un dramma, quello della droga, che torna a colpire i più giovani. Lei è Giada Baraldo, di Piove di Sacco, ma cresciuta a Pontelongo. Ieri mattina a intuire che poteva essere successo qualcosa di grave è stato il gestore della struttura. «Era il giorno in cui la ragazza doveva fare il check out, alle 11 ho suonato alla porta visto che la stanza non era ancora stata liberata» racconta Saim Ossein, cingalese che dal 2018 gestisce l’albergo. «Non apriva nessuno. Dopo un po’ha riprovato un mio collega, ma ancora nulla. Si sentiva la televisione accesa, allora ho chiamato il 118 e la stanza l’hanno aperta loro, con la polizia. La ragazza era seduta sulla sedia della stanza, la testa riversa all’indietro». Si tratta di Giada Baraldo di Pontelongo. Nella stanza sono state trovate tre siringhe e della droga, pare dell’eroina ma deve ancora essere analizzata. In tarda mattinata è arrivata la Scientifica della polizia, assieme al medico legale. Sono stati compiuti tutti i rilievi, la stanza è stata posto sotto sequestro. Per ora tutto fa propendere per la morte per overdose senza la responsabilità di terzi. Ma sono in corso accertamenti per identificare anche chi le ha procurato lo stupefacente.
indagine aperta
Il pubblico ministero Andrea Girlando ha posto sotto sequestro la stanza e tutto ciò che c’era dentro. Sul corpo sarebbe stata disposta l’autopsia. Il magistrato vuole appurare che non ci siano i requisiti di morte come conseguenza di altro reato. La ragazza aveva trascorso tre notti i quella stanza d’albergo. Le prime due con un amico nigeriano 35 enne che poi se n’era andato. Giada era rimasta sola lunedì notte nell’albergo. ma aveva cambiato stanza: con il compagno era stata nella 17 e da sola ha poi occupato la numero 3. «Lunedì pomeriggio aveva saldato il conto per tutto il soggiorno» aggiunge l’albergatore straniero. «Da quel che ho potuto vedere io non è mai uscita dalla stanza». Alla polizia, che ha già avviato le indagini sentendo anche altri testimoni, risulta che la ragazza sia uscita spesso.
la vittima
Giada Baraldo era originaria di Pontelongo dove ancora risiedono i genitori e la sorella minore nella casa vicina allo zuccherificio. Un’infanzia felice, come tante, prima di infilarsi in un tunnel dal quale non è più riuscita ad uscire. Dopo avere completato le scuole superiori all’istituto alberghiero di Adria, Giada ha iniziato ad allontanarsi dal paese che ormai da tanti anni non frequentava più. Anche i rapporti con i familiari sono diventati tesi, con tanti bassi e qualche ciclico tentativo reciproco di avvicinamento. Dopo avere girovagato tra Veneto ed Emilia Romagna, aveva lavorato alle Acciaierie Venete e poi in una ditta di Piove di Sacco. Con un compagno era andata a vivere a Campagnola di Brugine e la scorsa primavera si erano trasferiti in affitto a Sant’Anna di Piove di Sacco. Ci sono rimasti un solo mese, tra continui litigi. Nell’appartamento, dopo che se ne erano andati, sono state trovate delle siringhe. Una storia finita male, con Giada che aveva cercato di uscire dalla spirale della droga rivolgendosi a una comunità di recupero. Complicato ricostruire le sue ultime settimane. Ieri la tragica notizia alla famiglia è stata data dai carabinieri di Piove. –
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