Muore a 39 anni sotto gli occhi della moglie

Federico Pavan faceva l’autotrasportatore: è stato stroncato da un infarto dopo cena: «Non aveva mai avuto disturbi»
Federico Pavan
Federico Pavan

PONSO. Non aveva mai avuto particolari problemi e quella era una serata tranquilla. Una come tante altre, passata in casa alla fine della giornata di lavoro. A portarselo via, improvvisamente, è stato un infarto.

È un lutto che colpisce una famiglia, un’intera comunità e decine e decine di amici quello che ha stroncato la vita di Federico Pavan, 39 anni, autotrasportatore, molto conosciuto in zona. A raccontare la tragedia è direttamente la moglie Maila Turin, sedici anni di matrimonio, che era con lui in quel momento: «Federico era seduto sul divano, appena dopo cena. Io sarei dovuta essere al lavoro ma fortunatamente ieri sera (venerdì, ndr) ero a casa. All’improvviso il malore. Quando ho visto che Federico si sentiva a male ho capito subito che stava accadendo qualcosa di grave». La moglie, angosciata, ha contattato immediatamente il 118: per telefono, i sanitari hanno indicato come praticare le prime tecniche di rianimazione in attesa dell’arrivo dell’ambulanza. Maila, nella disperazione, ha fatto di tutto per cercare di salvare il marito. All’arrivo del Suem, tuttavia, per il trentanovenne non c’era più nulla da fare.

«Federico non aveva mai sofferto di particolari patologie, né ultimamente aveva accusato disturbi di qualche genere», è il racconto della moglie, che rende ancor più paradossale quanto accaduto venerdì sera.

Federico Pavan lavorava da oltre quindici anni come autotrasportatore per il colosso Veronesi. Lo conoscevano tutti con il soprannome di “Brillantina”. Aveva la passione per i viaggi – le pagine del suo profilo Facebook sono costellate di immagini da posti esotici e da ogni angolo del mondo – e per il calcio balilla. «Con noi, in famiglia, c’era Chanel, il suo orgoglio, un border retriever di tre anni che era l’amore nostro e di tutti coloro che la incontravano. La domenica mattina Federico e Chanel facevano tappa fissa al centro commerciale Megliadino e c’erano sempre molte persone che si fermavano ad ammirarla». Non è ancora stata decisa la data del funerale del trentanovenne. La famiglia ha infatti richiesto che la salma, ora custodita nella camera mortuaria dell’ospedale di Schiavonia, sia sottoposta ad autopsia per capire bene le cause della morte. La stessa famiglia ha acconsentito all’espianto delle cornee come ultimo e forte gesto d’amore e di solidarietà.

 

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