Nascondeva un arsenale in cucina finisce in cella il fabbro-armiere

CAMPODARSEGO. Da settimane la Squadra mobile di Padova gli stava addosso. Con appostamenti, intercettazioni, controlli a distanza. Mercoledì mattina il blitz a Campodarsego nella casetta bifamiliare dove risiede, lungo la Provinciale 70 nel tratto denominato via De Toni al civico 82 in aperta campagna.
E sono arrivati i risultati: in cucina erano nascoste alcune armi (armi comuni e canne sprovviste di numeri, contrassegni e sigle imposti dalla normativa), cartucce, pallini ad aria compressa e uno scanner sintonizzato sulla frequenza dei carabinieri.
E non armi di poco conto: un revolver “fratelli Pietta” prodotto in Italia denominato black power only calibro 44 con la matricola abrasa; un altro revolver dello stesso marchio modello Sceriff pure calibro 44 con la matricola alterata; un terzo revolver Pietta calibro 44 con matricola abrasa e nel tamburo 4 cartucce; ancora ogive, boccette di plastica contenenti polvere pirica (polvere da sparo).
E ancora, un revolver Attack Jgs streamer calibro 6 poi altre cartucce e un tirapugni.
Nessuna via di scampo per Giovanni Zattarin, 41 anni, di professione fabbro almeno ufficialmente: è scattato l’arresto e ora si trova in una cella della casa circondariale di Padova. Per oggi l’udienza di convalida davanti al gip Mariella Fino.
Che ci faceva con quell’arsenale Zattarin, vecchia conoscenza delle forze dell’ordine? Forse preparava qualche colpo?
I poliziotti della Mobile si sono presentati a casa sua con un decreto di perquisizione. Il 41enne ha aperto la porta: immediato l’invito a consegnare pistole e munizioni che – la polizia ne era certa – erano nascoste chissà dove. Zattarin ha obbedito, affidando a un agente due valigette appoggiate sugli scaffali della cucina.
Non era tutto: un revolver con cartucce e il tirapugni sono stati sequestrati all’interno di un’altra valigetta che era nel bagagliaio di una Vespa intestata a una donna e parcheggiata nel giardino.
Nel novembre 2010 Giovanni Zattarin era stato arrestato dai carabinieri del Nucleo investigativo di Padova giunti in tempo per sventare un furto nel bancomat della Cassa di Risparmio del Veneto a Marsango di Campo San Martino.
Il gas acetilene era già stato iniettato, mancava solo la scintilla per innescare l’esplosione quando i banditi si sono accorti dei carabinieri. E non hanno esitato a impugnare le pistole per coprirsi la fuga a bordo di una Fiat Uno risultata rubata.
Rocambolesca l’azione delle pattuglie dell’Arma costrette a inseguire i banditi e a sparare quattro colpi in aria prima di costringere allo stop i malviventi. Pistole, munizioni e bombole di acetilene, oltre a chiodi, il materiale sequestrato nella macchina all’interno della quale si trovava pure Zatterin, componente di una banda specializzata in quel genere di colpi.
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