Nel Padovano caro-Covid anche per i funerali. «Sanificazione e feretri più costosi»

Tra 100 e 200 euro più alto il conto dell’impresa funebre se il defunto era positivo al SarsCov2

PADOVA. Dopo l’isolamento, la perdita del proprio caro e il dolore di non poterlo neppure vedere dopo il decesso, si aggiunge un altro carico per le famiglie delle vittime del coronavirus: il sovrapprezzo delle imprese funebri, costrette a sostenere tutte le spese necessarie per trattare una salma Covid. Cento, anche duecento euro in più che finiscono inevitabilmente per pesare sui parenti delle vittime. E non è certo colpa delle onoranze funebri, che si trovano di fronte a spese ingenti tra santificazione, dispositivi di protezione e smaltimento degli stessi.

Più spese

«La cassa del deceduto Covid dev’essere preparata con alcune accortezze tecnico sanitarie per renderla ermetica» spiega Andrea Santinello, referente Ascom della categoria oltre che imprenditore del settore. «La preparazione e igienizzazione esterna del feretro, i dispositivi di protezione individuale e lo smaltimento dei materiali contaminati hanno un’incidenza di diverse decine di euro».

Anche la forma di sepoltura fa la differenza: «La sepoltura in terra ha un’incidenza di costi maggiore legata al Covid» conferma Santinello, «le circolari ministeriali hanno definito da aprile che le sepolture in terra dei defunti positivi Covid debbano prevedere la cassa interna in zinco, normalmente utilizzata solo per le sepolture in loculo. La cassa interna in zinco ha un prezzo alle famiglie normalmente intorno ai 300 euro. Ecco che, rispetto al costo medio di un funerale con inumazione, in caso di Covid le maggiorazioni cominciano a essere più incisive». Meno sensibili sarebbero differenze di prezzo per cremazione e tumulazione. «Da contestualizzare poi caso per caso, in funzione del tipo di intervento necessario. Cambia da ospedale a ospedale e dall’abitazione, che prevede movimentazione di pesi su rampe di scale, spazi angusti, compresenza di familiari».

L’obitorio

L’obitorio rimane pieno e l’Azienda ospedaliera ha cercato di sensibilizzare le imprese funebri a spostare le salme il prima possibile. «Ci chiedono che i feretri Covid chiusi vengano trasferiti nella camera mortuaria del cimitero. L’obiettivo è di liberare gli spazi nel più breve tempo possibile in modo da alleggerire la pressione che si è creata negli ultimi tempi».

Una pressione dovuta in parte all’aumento di mortalità fisiologico in alcuni mesi dell’anno, tra cui dicembre, ma anche ai decessi Covid che richiedono un trattamento specifico e uno spazio dedicato. «Al momento questo incremento di mortalità lo riteniamo ancora fisiologico, certo è che se la situazione attuale si dovesse protrarre ancora per qualche settimana assumerebbe carattere straordinario» rileva Santinello, «certamente rispetto ai mesi di marzo, aprile e maggio le persone decedute positive al Covid sono molte di più». —



 

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