Nella casa di Adam, dove dolore e malattia incontrano la miglior vita possibile
La presentazione del libro di Vietina dedicato all’hospice pediatrico. Le testimonianze di due genitori: «Qui gli anni migliori con nostra figlia»

Non è solo un luogo dove i bambini malati trovano accoglienza e assistenza. Non solo un mondo duro, talora controverso, certamente difficile. L’hospice pediatrico di Padova è casa, cura, integrazione sociale, financo speranza; è dove viene garantita la miglior vita possibile. Ancora, un luogo dove «aprirsi alla vita anche quando pare essere negata».
Lo testimonia - nella sua varietà di racconti, storie e riflessioni - il libro del giornalista Stefano Vietina, “La casa di Adam. La miglior vita possibile” (Marsilio), presentato il 3 dicembre al complesso universitario Beato Pellegrino dopo essere stato donato in migliaia di copie ai nostri lettori. Scriverlo, confida l’autore, «è stata una fortuna».
Come lo testimoniano le parole di Federica e Matteo Zandali, genitori di Lavinia, stroncata a soli nove anni da una malattia genetica rara. «Sembra un ossimoro, ma questa struttura ci ha salvato la vita» dicono senza titubanze, «ci ha donato gli anni migliori con nostra figlia».
Eppure il centro padovano, attivo dal 2007, primo in Italia, non riesce a soddisfare la crescente domanda. «I bambini affetti da una malattia inguaribile sono sempre di più» nota la direttrice Franca Benini. «Non possono essere dimenticati» aggiunge Giuseppe Zaccaria, presidente de La miglior vita possibile, «un paese civile non può girarsi dall’altra parte». Di certo non lo fa la sua fondazione, che dal 2018 si batte per promuovere e sostenere la pratica delle terapie palliative in campo pediatrico. E che in soli due anni è riuscita a donare il progetto definitivo per realizzare un nuovo Centro regionale in città. «In queste settimane viene vagliato e auspicabilmente approvato dall’Azienda ospedaliera» riferisce l’ex rettore del Bo, «verrà poi bandita la gara e contiamo di iniziare i lavori a inizio 2026».

A moderare l’incontro, Paolo Possamai, direttore editoriale del gruppo Nem, che edita il mattino di Padova, da sempre vicino a questa realtà. Perché, evidenzia lo stesso Possamai, «i giornali sono un’infrastruttura sociale al servizio delle comunità, servono a visualizzare i problemi, le opportunità e dare valore ai protagonisti». Presente anche l’assessora al Sociale, Margherita Colonnello, in rappresentanza dell’amministrazione comunale.
Riproduzione riservata © Il Mattino di Padova