Nella luce dei Marlene Kuntz per vincere il buio dei tempi

In concerto al Venice Sherwood Festival tra pezzi nuovi e grandi classici «Nella vita è importante avere una passione che accompagni le giornate»
Di Matteo Marcon

MESTRE. I Marlene Kuntz hanno ritrovato la luce: approdano sabato sera sul palco del Venice Sherwood Festival e a fine agosto uscirà il loro nuovo album. Poesia e rumore, liriche suggestive e potenza di suono: la formula è sempre quella di vent’anni fa, la voglia di suonare e l’energia pure. Di più, forse, c’è la consapevolezza di dover rappresentare al meglio, ancora oggi, quella grande stagione del rock alternativo italiano che furono gli anni ’90, senza però sfuggire alla contemporaneità. Così i Marlene, assieme a pochi altri, continuano a illuminare la rotta, come un faro per le vecchie e le nuove generazioni.

Dopo il potente “j’accuse” in musica rivolto al mondo della rete, alle derive dello streaming e dei social, contenuto nell’ottavo album “Ricoveri virtuali e Sexy solitudini” uscito nel 2010, per i Marlene Kuntz c’è anche stato il tempo di una fugace apparizione sanremese nel 2012, con“Canzone per un figlio”, una ballata sulla ricerca eterna della felicità: «Non è certo una cosa che trovi e ti rimane per tutta la vita» risponde il batterista Luca Bergia «ci sono momenti in cui si prova di questa sensazione inebriante, ma non è facile raggiungerla, è una sensazione che si deve conquistare ogni volta. In questo momento noi siamo in felice o dolce attesa perché il 27 agosto esce il nostro nuovo album».

“Nella tua luce” è il nono album in studio dei Marlene, preceduto da “Solstizio”, uscito il 21 giugno, a cui è seguito “Il genio (L'importanza di essere Oscal Wilde)”. I due brani fanno già parte della scaletta del tour estivo: «Il pubblico in queste settimane ha sempre reagito molto bene».

Il live con cui i Marlene arrivano al parco di San Giuliano è un adattamento del 3d3 tour, che li ha visti girare teatri e club durante l'inverno, in versione ridotta. «L'esordio è in acustico» spiega Bergia «e la seconda parte è più elettrica, noi suoniamo in maniera irruenta come certi pezzi richiedono. Quando suonavamo nei teatri, tutti saltavano in piedi, per queste ultime date estive sarà sul palco con noi il nostro bassita Luca Saporiti».

In scaletta c’è anche una potente cover di Breed dei Nirvana; e pezzi d’antan della band di Cuneo, come “Sonica”, “Festa Mesta” o “Ape Regina”. È con quelle rabbiose chitarre alla Sonic Youth, e quella divina ispirazione poetica che i Marlene Kuntz sono entrati nell’olimpo del rock e hanno potuto dare slancio alla loro lunga carriera su è giù dal palco, fuori e dentro gli studi di registrazione.

È una vita che logora o logora di più chi non ce l'ha? «È importante avere una passione che ti accenda dal momento in cui sei sveglio fino a quando vai a dormire. Per noi è il rock ma il più grande dono oggi penso sia quello di potersi esprimere, consente di essere sempre giovani, curiosi e di pensare al domani».

Solo un appuntamento per nostalgici? «Non ci pensiamo granché. Noi creiamo qualcosa che ha che fare con il nostro mondo, ma il linguaggio non è didascalico, non ci sono messaggi precisi, quindi molti rielaborano con le loro idee e il loro vissuto. Io, a 45 anni, i ragazzi di oggi non li conosco. Spesso ne incontriamo dopo i concerti, sono solo una parte ed è una parte molto bella, che cerca di non lasciarsi condizionare, di non essere omologata e ha molta voglia di fare, malgrado siano tempi davvero bui per fare musica».

Sabato 3 agosto ingresso formula anticrisi “1 euro può bastare”. Parco San Giuliano, Mestre (Venezia). sherwood.it

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