Nuovo ospedale, i costruttori con Bitonci: «Meglio ristrutturare»

Ometto (Ance): «La realizzazione di una nuova cittadella a Padova ovest finirebbe per coinvolgere le nostre imprese solo come subappaltatori»

PADOVA. Meglio ristrutturale l’ospedale esistente che costruirne uno nuovo. Lo sostengono i costruttori padovani che ieri, nell’ambito dell’assemblea annuale dell’associazione che li rappresenta (Ance), hanno sposato senza alcun indugio la linea del neo sindaco Massimo Bitonci. Atteso, per altro, in sala in quanto invitato ad animare la tavola rotonda dell’assemblea su “Edilizia e burocrazia” ma giustificatosi all’ultimo perché impegnato in un incontro urgente proprio sull’ospedale. Al suo posto è intervenuto l’assessore al Bilancio Stefano Grigoletto che ha raccolto strette di mano e un consenso palese.

«Non conosco quali siano le necessità in ambito medico, della ricerca e della formazione» è la premessa del presidente di Ance Padova Luigi Ometto «ma non c’è ombra di dubbio che la realizzazione di una nuova cittadella sanitaria non produrrebbe alcuna ricaduta positiva sulle nostre imprese. Ci sono poche imprese in Italia che possono ambire alla gestione di un project financing di tale portata e alle aziende padovane resterebbe, forse, solo il ruolo di subappaltatori che mediamente, per poter lavorare, restano strozzati». Meglio, dal punto di vista di un settore che nel 2013 ha visto le ore lavorate dagli addetti ai cantieri ridursi del 50%, una ristrutturazione dell’attuale complesso. «Una riqualificazione, magari, a stralci dell’attuale polo per noi sarebbe sicuramente meglio». «Imprese padovane in grado di recitare un ruolo di primo piano non ci sono» ribatte Leonardo Cetera, ex presidente dell’associazione oggi consigliere della Camera di commercio, «dobbiamo fare i conti con il nostro livello. I costi? Ogni anno l’attuale complesso è oggetto di lavori di manutenzione. Si tratterebbe, nel caso in cui si scegliesse la strada della ristrutturazione, di lavorare in modo più approfondito. Cosa si farebbe, poi, della vecchia struttura di via Giustiniani?».

La linea della nuova amministrazione, non c’è ombra di dubbio, ai costruttori piace. E in ballo non c’è solo l’ospedale. Sull’auditorium, ad esempio, è un coro di sì alla struttura unica con il Centro congressi, in Fiera. «La doppia destinazione è logica e risponde a criteri di efficienza» ribadisce Ometto. Inutile andare a creare due strutture concorrenti, così come voleva la giunta Zanonato-Rossi. «C’è anche uno studio di Sinloc che lo dice» sottolinea ancora Cetera. La sintonia Ance-Bitonci va oltre. Ometto, nel suo discorso, cita come urgente «il recupero di alcune aree della città delle quali si discute da tempo per un loro recupero: crediamo che via Anelli sia quella che più urgentemente richiede un intervento per la sua rigenerazione. E ancora il destino dell’area Zip Nord».

Fresco di approvazione in giunta del bilancio, l’assessore Grigoletto ha fatto presente che nel piano triennale delle opere pubbliche è stato previsto un primo stralcio per il completamento dell’arco di Giano. «Completarlo costa circa 15 milioni, il primo stralcio prevede lavori per 7,5 milioni». Ideale completamento sarebbe poi il sottopasso della Stanga. «Cercheremo le risorse necessarie e per questo ci attiveremo con il governo».

Rilanciare l’edilizia con risorse pubbliche è esercizio complicato di questi tempi. I costruttori lo sanno bene e non a caso, nonostante i diversi punti di sintonia con il programma elettorale che ha permesso a Bitonci di strappare la città al centrosinistra, non demonizzano certo lo strumento del project financing. «Padova deve guardare avanti» ha concluso Ometto «va superata l’attuale situazione per giungere a una trasformazione del territorio anche attraverso lo strumento del partenariato pubblico-privato».

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