Oggi a Lobia l’addio a Dario Zanon

Il corpo dell’istruttore di sport estremi è stato cremato vicino a Chamonix dove l’ha salutato la famiglia

SAN GIORGIO IN BOSCO. Ultimo atto del volo di Dario Zanon. Ieri il corpo del 32enne, schiantatosi la scorsa settimana dopo una planata con la sua tuta alare nelle Alpi francesi, è stato cremato in un paesino vicino a Chamonix, dove viveva in questo periodo; lo hanno salutato la mamma Manuela, i fratelli Daniele e Damiano, la fidanzata arrivata da Barcellona, e poi la comunità con cui il giovane condivideva la passione per gli sport estremi. Oggi, alle 16, in chiesa a Lobia, verrà celebrato il funerale, in un solo abbraccio si stringeranno i tanti amici della piazza, con i quali aveva mantenuto un legame profondo, e che in queste ore stanno condividendo il pensiero di un amico cileno di Dario: «Che straordinario carattere, pieno di energia e di talento», lo ricorda Sebastian Alvarez «Il mio miglior amico di sempre. Un uomo che semplicemente viveva il suo sogno. Il cuore mi fa male ed è ferito come non mi era mai successo. Non c'è parola, Dario, per ringraziarti di questo tempo di amicizia e di avventure. E sono contento, ora, di averti detto quanto eri speciale per me. Vola per sempre, fratello mio, e vai a divertirti con i ragazzi che stanno lassù. Ti voglio bene, rest in peace». Dario era partito dalla frazione di San Giorgio in Bosco a neanche 22 anni: aveva raggiunto la Spagna, si manteneva facendo il cameriere, e da lì partiva verso Australia, Stati Uniti, Cina, India, Africa. Anni vissuti con intensità e genio, diventando un climber di livello assoluto e un ottimo paracadutista. L'ultima passione erano le tute alari, con cui aveva letteralmente imparato a volare: per essere libero, e felice.

Silvia Bergamin

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