Oggi i funerali dell’operaio suicida La Cisl: «Ora si passa alle vie legali»

I sindacati intendono procedere contro l’azienda che ha licenziato il dipendente toltosi la vita poco dopo



È don Lucio Sinigaglia, parroco dell’unità pastorale di Cinto, a celebrare alle 10 di oggi nella chiesa di Fontanafredda, il funerale di Simone Sinigaglia, 40enne operaio di Valnogaredo toltosi la vita mercoledì pomeriggio, 2 ore dopo aver ricevuto la lettera di licenziamento dalla Ivg Colbachini di Cervarese. L’azienda, dove lavorava da 10 anni, ha comminato la sanzione motivandola con l’uso improprio dei benefici della legge 104 (3 giorni di permesso al mese) di cui il lavoratore usufruiva per accudire la zia disabile.

IL SINDACATO

«Considero eccessivo e iniquo il provvedimento dell’azienda», afferma il segretario della Femca Cisl di Padova e Rovigo Sergio Polzato, che ha seguito passo passo la drammatica vicenda. «Durante l’incontro del 17 dicembre c’era stato un chiarimento vero, senza furbizie e reticenze, e lui si era comportato dal quel buon lavoratore che era. Non meritava in nessun modo di essere licenziato, tantomeno, di dare fine ai suoi giorni. La sua è una vicenda complessa che va considerata sotto il profilo umano, sindacale e legale. La decisione dell’Ivg ci appare sproporzionata ai fatti contestati e ai chiarimenti che erano stati forniti». A metà della prossima settimana è prevista una riunione tra sindacati e Rsu per valutare le azioni da intraprendere.

LA TESTIMONIANZA

«Poco prima di Natale ero stato contattato da Simone, voleva sapere come doveva comportarsi a seguito della lettera di contestazione della direzione aziendale», racconta Polzato. «Mi ha spiegato che dava assistenza alla zia da tempo e in via continuativa, anche fuori dall’orario di lavoro. L’azienda gli aveva, tra l’altro contestato, sulla base della documentazione prodotta dall’agenzia investigativa privata, di aver curato, mentre era in permesso, il giardino della zia. Mi ha spiegato che lei ci teneva molto e la rendeva felice vederlo in ordine. Abbiamo quindi concordato che affidava alla Femca Cisl la sua rappresentanza e abbiamo chiesto di esser sentiti dalla direzione. L’incontro è avvenuto il 17 gennaio. Simone si è comportato con la massima correttezza, ha ammesso qualche involontaria leggerezza e si è dichiarato subito disposto a rivedere l’uso dei permessi. Alla fine dell’incontro l’ho assicurato sul fatto che se, nonostante il positivo chiarimento, l’azienda gli avesse comminato un provvedimento ci saremmo opposti in sede legale. Lui pareva tranquillo anche se preoccupato».

IL TRAGICO EPILOGO

«Mercoledì scorso ero in un incontro per la Safilo quando mi ha chiamato il fratello Davide dicendomi che Simone l’aveva informato della lettera di licenziamento. Non aveva chiamato me e quindi gli ho subito inviato un sms dicendogli si farmi avere copia per procedere alla sua impugnazione. Non mi ha risposto. La notizia del suicidio mi ha sconvolto e non so farmene una ragione».

LA FAMIGLIA

Il fratello Davide, che lavora alla Ivg Colbachini da 24 anni, considera incomprensibile la scelta dell’azienda. «Con noi in questi giorni non si sono fatti vivi, nessun messaggio di cordoglio. Meglio così, perché le loro condoglianze, in questo momento di dolore, non sarebbero bene accette”, afferma il fratello Davide. —



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