Olimpiadi Cortina: Cio, sponsor, biglietti. Un budget di 1,3 miliardi

CORTINA. Sono le sponsorizzazioni nazionali e la vendita di biglietti le due voci principali di ricavo su cui si basa il business plan delle Olimpiadi Milano-Cortina 2026. Nel budget complessivo di un miliardo e 362, 7 milioni di euro, infatti, le prime pesano per 417 milioni di euro, la seconda per 234 milioni.
Le sponsorizzazioni
Le stime per le sponsorizzazioni sono state elaborate attraverso l’analisi delle performance delle passate edizioni dei Giochi Olimpici Invernali, da Nagano 1998 a Sochi 2014, ed un confronto dei Paesi ospitanti pertinenti, nell’ambito di una serie di indici industriali e macroeconomici. Inoltre è stata fatta un’analisi diagnostica approfondita degli altri due grandi eventi recentemente ospitati in Italia: l’Expo Milano 2015, che ha generato circa 350 milioni di euro di ricavi da sponsorizzazioni e Torino 2006, circa 300 milioni di euro. Così sono stati individuati 132 potenziali marchi di 45 categorie merceologiche da coinvolgere, in base al loro budget di comunicazione. Ed i ricavi, annualizzati nel quadriennio 2022-2026, si attesterebbero su un valore pari a circa l’1% del mercato pubblicitario italiano e al 6% del relativo mercato delle sponsorizzazioni. Questo dato sarebbe in linea con i ricavi da sponsorizzazioni generati dai Giochi di Torino 2006.
La vendita dei biglietti
Per quanto riguarda la vendita dei biglietti è stata delineata una strategia di biglietteria completa, con l’obiettivo del tutto esaurito negli stadi, per esaltare l’esperienza degli atleti davanti ai tifosi, ed anche per rafforzare il coinvolgimento del pubblico e massimizzare le entrate generate dalla vendita di biglietti per il Comitato Organizzatore.
Milano e Cortina sono mete di richiamo su scala mondiale, per cui i Giochi Invernali 2026 possiedono il potenziale per affermarsi effettivamente in ogni parte del mondo. Così verranno proposti pacchetti su misura, concentrandosi in particolare sui Paesi europei limitrofi, facendo perno sui buoni collegamenti già esistenti.
Inoltre si punterà sulla capacità di raggiungere le comunità attraverso le delegazioni del Coni e delle Federazioni sul territorio. In base ai dati del Coni in Italia esiste una rete di oltre 120.000 società sportive con più di 11 milioni di tesserati.
Tutte queste società saranno contattate e coinvolte con un ampio programma che verrà lanciato con abbondante anticipo, in modo da offrire a questo pubblico sportivo l’opportunità di vivere l’esperienza dei Giochi.
Terzo elemento una vasta gamma di categorie di biglietti per gli eventi agonistici permetterà un’offerta ampia e diversificata in termini di prezzo e di tipo di sessione di gara, con una gamma di prezzi che parte da 30 euro.
La pubblicità
Sarà organizzata poi una vasta e penetrante campagna pubblicitaria, del costo stimato di circa 60 milioni di euro, che fornirà tutte le informazioni necessarie; ed a partire dal 2023/2024, saranno organizzati degli eventi sportivi di prova che rappresenteranno un’ulteriore forte occasione di promozione del programma di biglietteria dei Giochi. Le proiezioni parlano di un totale di 2.490.462 biglietti e una capienza complessiva di 410.708 posti per 293 sessioni. A questi due maxi capitoli, si aggiungono il contributo del Cio, che supera i 503 milioni (compreso programma Top), la concessione di licenze e merchandising per 48 milioni, puntando ovviamente sul marchio made in Italy nel settore moda, accessori di vestiario e arredamento, ed allestendo negozi ufficiali (Olympic Store) a Milano e Cortina e in vari altri centri del Paese. Infine con le lotterie si punta ad incassare 25 milioni di euro.
le infrastrutture
I costi complessivi per i Giochi, stimati nel dossier di candidatura, ammontano a un miliardo e 362,7 milioni di euro, di cui 243 milioni per gli investimenti in infrastrutture sportive e sedi; e 239 milioni per alloggi, logistica, cibi e bevande, servizi per gli stakeholder, trasporti. Capitoli, questi, molto meno onerosi rispetto ad edizioni precedenti grazie all’ammodernamento ed al riutilizzo di strutture esistenti, nell’ottica della sostenibilità e dell’Agenda Olimpica 2020: tant’è che 13 delle 14 sedi di gara sono già esistenti o temporanee (manca solo lo stadio milanese di hockey su ghiaccio). È insomma possibile ospitare i Giochi Olimpici adottando politiche economiche responsabili, criteri socialmente sostenibili e nel rispetto dell’ambiente.
Il ritorno di immagine
«I grandi eventi sportivi – è il parere del prof. Guido Guerzoni, docente alla Bocconi – forniscono un contributo rilevante allo sviluppo economico, occupazionale e comunicazionale dei territori su cui insistono, essendo capaci di attrarre milioni di turisti, sostenere diversi settori economici, favorire lo sviluppo del capitale umano e destare l’attenzione dei media mondiali».
Sono insomma occasioni uniche per ripensare in maniera strategica il futuro di importanti aree di un Paese. «Le ultime Olimpiadi invernali di PyeongChang – sottolinea Guerzoni – hanno alimentato 3,2 miliardi di visioni di video su piattaforme digitali, 160 milioni di interazioni su Instagram, 96 su Facebook e 21 su twitter; 5.000 le ore di riprese televisive in alta risoluzione, 200 i paesi collegati e quasi due miliardi gli spettatori. Si può capire dunque quanto valga oggi la comunicazione dei pregi e dell’identità delle città e dei territori che ospitano i mega eventi garantita dalla copertura mediatica delle testate giornalistiche, radiofoniche e televisive nazionali e internazionali. In occasione degli ultimi mondiali di calcio in Russia, ad esempio, risultavano accreditati 1.964 giornalisti e 730 fotografi internazionali, che non si sono occupati solo di calcio, ma hanno raccontato città e paesi, biografie e tradizioni». —
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