Omicidio di Mauro Guerra, la commemorazione: «Riviviamo ogni giorno la tragedia»

SANT’URBANO. Una giornata nel ricordo di Mauro Guerra. Sabato pomeriggio, e poi fino a sera, familiari e amici hanno celebrato la memoria del giovane di 29 anni ucciso dal colpo di pistola esploso da un carabiniere. Era il 29 luglio 2015 e il ragazzo trovò la morte in un campo vicino a casa, a Carmignano di Sant’Urbano. Ad ammazzarlo era stato appunto un colpo di pistola di un carabiniere, intervenuto per soccorrere il collega che aveva ammanettato Mauro e che – così dice la ricostruzione ufficiale dell’Arma – stava subendo la violenta reazione del ragazzo.
Per la famiglia di Guerra, il giovane scappava per difendere la sua libertà da un trattamento sanitario obbligatorio insensato e inesistente e la morte è arrivata «per mano dello Stato». In memoria di Mauro ieri è stata celebrata una messa, al termine della quale una trentina di amici e familiari ha fatto tappa in quel campo in cui il ventinovenne era stato freddato. Qui, dove in realtà è “permanente” il ricordo di Mauro (croci, fiori e scritte non mancano mai), sono stati posati dei fiori. «Io e mio marito veniamo in questo campo ogni giorno, a dare acqua all’oleandro che abbiamo messo nel punto in cui ha perso la vita» confida mamma Giusy «Riviviamo ogni giorno quei momenti. Viviamo tutti qui, poco distanti da questo campo. È come se Mauro avesse scelto questo posto per averci sempre vicino».

Nel campo sportivo di Carmignano, dopo questi momenti, si sono quindi tenuti il primo “Memorial Mauro Guerra”, torneo di calcetto a cui hanno partecipato numerosi amici del ragazzo tutti rigorosamente con la maglia con su il nome di Mauro e il 29 sulle spalle (l’età che aveva il ragazzo), e un concerto. Nel corso della serata sono intervenuti rappresentanti di Amnesty International Italia e Delle associazioni Stefano Cucchi Onlus e A Buon Diritto.

«Siamo estremamente preoccupati dal repentino cambio del capo di imputazione per il carabiniere che ha ucciso Mauro (la Procura chiede il processo per omicidio colposo e eccesso colposo di legittima difesa e non per omicidio volontario, ndr)» ha spiegato Valentina Calderone di A Buon Diritto «così come siamo preoccupati che dopo due anni siamo ancora in attesa di processo. Aspettiamo con ansia l’udienza preliminare del 12 settembre». «Quel giorno dovremo essere tutti con i Guerra» è l’invito di Rossana Boris di Stefano Cucchi Onlus «Casi come questi in Italia sono molti e purtroppo sappiamo bene il peso che le famiglie delle vittime, che non sono certamente morte per malattia o per freddo, devono portarsi dentro».
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