Omicidio di Trebaseleghe, giovedì 24 l’addio a Francesca e Pietro, in chiesa tutti i compagni di classe

Ammesse ad Arsego non più di 120 persone per dare l’ultimo saluto ai due ragazzi uccisi domenica dal padre
BASCHIERI - FOTOPIRAN - TREBASELEGHE - SEQUESTRO IN CASA SANT'AMBROGIO
BASCHIERI - FOTOPIRAN - TREBASELEGHE - SEQUESTRO IN CASA SANT'AMBROGIO

SAN GIORGIO DELLE PERTICHE. Dopo la tragedia di domenica, oggi, 24 dicembre, è il giorno del lutto e del dolore. Alle 13 viene celebrato nella chiesa di Arsego il funerale di Francesca e Pietro Pontin: oltre alla madre Roberta Calzarotto e ai suoi congiunti, potranno accedere in chiesa solo gli amici selezionati dai Calzarotto, alcune autorità, i compagni di classe di Francesca all’Istituto Newton-Pertini di Camposampiero e quelli di Pietro della scuola media Marco Polo di San Giorgio delle Pertiche con i docenti.

Il fatto che oggi, antivigilia di Natale, si celebri un funerale è un fatto eccezionale, il risultato di una precisa richiesta che aveva avanzato la famiglia Calzarotto al sindaco e da questi girata al prefetto Renato Franceschelli.

Proprio per andare incontro alla volontà di una famiglia colpita in modo tanto drammatico anche il magistrato che sta seguendo il caso di omicidio suicidio ha accelerato i tempi dell’autopsia per fare in modo che la famiglia Calzarotto possa dare degna sepoltura ai figli prima di Natale e non saperli in obitorio. Un gesto dettato dall’eccezionalità che è stato apprezzato dalla famiglia.

Ingresso contingentato

Anche per il funerale dei due fratelli valgono le regole per contenere il contagio: l’ingresso in chiesa è contingentato e possono essere occupati solamente 120 posti opportunamente distanziati come predisposto con appositi adesivi dalla parrocchia.

Entrando tutti debbono osservare le misure di prevenzione, quindi verrà provata la temperatura e bisognerà disinfettarsi le mani con il gel. Con l’ultimo saluto alle due vittime la famiglia Calzarotto si augura che cali il silenzio sull’orrore cominciato domenica mattina in una villetta di via Sant’Ambrogio a Sant’Ambrogio di Trebaseleghe quando un padre di 49 anni, Alessandro Pontin, ha deciso di porre fine alla vita delle sue creature che diceva di amare.

L’uomo, separato da anni dalla moglie Roberta Calzarotto, secondo quanto stabilito dal Tribunale di Padova, poteva avere con sé i figli Francesca, di 15 anni, e Pietro, di 13, in weekend alternati e durante le vacanze. Sabato la ex moglie gli aveva portato i due ragazzi perché passassero il fine settimana col padre.

Attesa vana

Il giorno successivo, domenica, Pontin e i figli erano attesi a pranzo dalla nonna paterna al pian terreno della stessa villetta. Non vedendoli scendere, l’anziana donna ha chiamato il figlio Roberto, che abita al di là della strada, perché andasse a vedere se era accaduto qualcosa. Indescrivibile la scena che Roberto Pontin si è trovato davanti aprendo la porta: il corpo del fratello e quello dei due nipoti erano riversi in ingresso.

I rilievi hanno fornito il quadro di ciò che era accaduto la stessa mattina, presumibilmente tra le 6 e le 8. Pontin aveva ucciso i due figli colpendoli alla gola con un coltello prima di suicidarsi. I primi colpi sarebbero stati assestati quando i figli erano ancora a letto. I ragazzi, spaventati e confusi, hanno provato a fuggire ma hanno trovato la porta d’ingresso chiusa a chiave.

Furia omicida

Francesca avrebbe anche tentato di salvare il fratello afferrando il padre senza riuscirci. La furia omicida dell’uomo si è poi scaricata anche su di lei, che ha provato a difendersi, soccombendo. La strage ha sconvolto i familiari Roberta Calzarotto, i fratelli e i nonni, ma anche tutta la comunità.

La ex moglie ha parlato di una vendetta nei suoi confronti: «Mi ha tolto quello che avevo di più caro», ha detto al Mattino. La donna lo aveva denunciato per gli alimenti non pagati, successivamente aveva ritirato la querela in quanto Pontin aveva saldato l’arretrato. La ex moglie e i suoi familiari hanno raccontato di un uomo dalla personalità complessa: sorridente fuori casa, violento fra le mura domestiche.

La separazione era stata inevitabile e la donna si era rifatta una vita. I due si vedevano soltanto quando lei gli portava i figli. E nel frattempo anche lui sembrava aver trovato una sua dimensione di tranquillità grazie all’incontro, avvenuto sei mesi fa, con una donna con la quale condivideva alcuni ideali di vita. Inoltre un nuovo lavoro sembravano averlo reso più sereno rispetto al passato. —



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