Omicidio Dubrini, chiesta l’archiviazione

Il netturbino di 48 anni venne ammazzato a colpi di pistola nel 2000: l’autore resterà impunito
PD 24/10/00 GM OMICIDIO (EDEL)
PD 24/10/00 GM OMICIDIO (EDEL)

L’omicidio risale al 24 ottobre 2000 e riguarda il netturbino Furio Dubrini alias «Gufo triste», all’epoca 38 anni, residente in via Rocca Pendice. Alle 4,45 di quel mattino nebbioso Dubrini scende le scale per l'ultima volta e s'avvicina all'Audi che gli ha prestato il padre. Dalla nebbia spunta il suo assassino; Furio lancia un urlo, tenta di scappare ma fa pochi passi. Uno sparo, poi altri due in rapida successione. Morto. Ucciso. Ora il pm Renza Cescon, pochi giorni prima del suo trasferimento da Padova ha richiesto al Gip l’archiviazione. E’ stato impossibile trovare un colpevole. Si ingrossa la file degli omicidi irrisolti. A freddarlo fu una pistola calibro 7,65, risalente a 60-70 anni fa, ed il cui proiettile non fu mai trovato. Il giorno dell’esecuzione Dubrini, separato dalla moglie e vita sola, stava andando al lavoro. Fu un delitto oscuro e indecifrabile. Dubrini venne ammazzato al secondo giorno dal rientro dalle ferie. L'omicida conosceva pertanto gli spostamenti e i turni della vittima che di giorno raccoglieva la spazzatura e di notte scriveva un romanzo d'ispirazione autobiografica (intitolato «Una vita normale») pieno di incubi e presagi. Dubrini aveva pure lasciato scritto un diario segreto che svariava dalla psicologia alla psicanalisi, dai trattati di criminologia ai volumi storico-politici, dalla sociologia ai gialli mozzafiato. Nelle circa150 pagine del suo elaborato, scritto con grafia disordinata, si coglie il dramma interiore di un uomo che si sentiva «disintegrare giorno dopo giorno» fino a perdere la propria identità originaria e divenire «altro da sé». Nel diario trovavano spazio anche problemi personali legati alla famiglia, al lavoro e alla vita di relazione. Ma nessuna traccia reale del suo assassino.

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