Omicidio Noventa, la mamma di Isabella dall’ospedale «Dite dove è il corpo»

È stata informata della condanna in appello dal figlio Paolo «Hanno distrutto due famiglie, ora è giusto che paghino»
Ofelia Rampazzo, 85 anni, madre di Isabella
Ofelia Rampazzo, 85 anni, madre di Isabella

PADOVA.Un po’alla volta si sta riprendendo Ofelia Rampazzo, 85 anni, mamma di Isabella Noventa, la segretaria di Albignasego uccisa da Freddy Sorgato, Debora Sorgato e Manuela Cacco la notte tra il 15 e il 16 gennaio del 2016. L’anziana, domenica, probabilmente a causa del forte stress pre-processo, ha accusato un malore ed è stata ricoverata nel reparto di Medicina dell’ospedale di Piove di Sacco, dove si trova tuttora. A fianco a lei il figlio Paolo, fratello di Isabella, che non appena è uscito dall’aula bunker al termine della sentenza l’ha chiamata immediatamente.

«È stata la prima persona con cui ho voluto parlare. Le ho detto che le pene erano state riconfermate». Da un lato il sapere che Freddy e Debora passeranno 30 anni in carcere e che Manuela Cacco ne passerà 16 e 10 mesi ha rincuorato Ofelia, ma dall’altro il suo pensiero resta uno: riavere il corpo di sua figlia. «La prima cosa che mi ha chiesto è stata se per caso avessero detto dove avevano nascosto Isabella», continua Paolo Noventa.

«Questo è quello che a lei interessa più di tutto». L’anziana mamma di Isabella, seppur con il dolore che porta nel cuore da ormai più di due anni, non vuole arrendersi e spera che prima o poi Freddy, Debora o Manuela dicano dove hanno messo il corpo della figlia. «Era chiaro che prima della sentenza non avrebbero detto dove hanno gettato il corpo, adesso che però la pena è stata riconfermata non si sa mai che nel tempo decidano di collaborare». Magari per avere in futuro qualche sconto di pena.

«Ne abbiamo discusso più volte a casa, anche con mia mamma. Chissà che la frequentazione dei carcerati, che sicuramente saranno meglio di loro anche se criminali, trasmetta loro qualcosa di buono e che si decidano a farci ritrovare Isabella».

La seconda persona a cui ha telefonato Paolo Noventa al termine della lettura della sentenza è stata la moglie del sub della polizia di La Spezia Rosario Sanarico, morto durante le ricerche nel fiume Brenta del corpo della segretaria di Albignasego. «Era soddisfatta della sentenza. Mi ha detto che dopo che hanno distrutto due famiglie è giusto che adesso paghino». —


 

Riproduzione riservata © Il Mattino di Padova