Omicidio stradale, chi passa con il rosso può finire in cella

Cinzia Ricciardi, dirigente Polstrada del Veneto: pene più severe per chi provoca incidenti ubriaco o sotto effetto di stupefacenti
incidente a Motta di Costabissara 23-11-14
incidente a Motta di Costabissara 23-11-14

PADOVA. «Qualche anno fa, a Roma, una donna alla guida della sua utilitaria face un’inversione a “U” travolgendo e uccidendo un motociclista. Oggi, con la nuova legge, quella donna finirebbe in carcere». Cinzia Ricciardi, primo dirigente della Polizia stradale, è a capo del Compartimento Veneto della Polstrada. L’introduzione del reato di omicidio stradale cambierà radicalmente il lavoro dei poliziotti impegnati ogni giorno sulla strada. Sono previste pene con condanne fino a 20 anni di carcere e la revoca della patente fino a 30 anni.

Dottoressa, questo è un cambio epocale.

«Spero che questa legge molto severa induca le persone a riflettere e a pensare a tutti i comportamenti scorretti che tengono alla guida. Anni fa c’era molta più gente che guidava ubriaca ma grazie ai controlli battenti quel numero è calato. La mia speranza è che ci sia un effetto simile anche grazie alla nuova legge approvata dal Parlamento».

Cosa prevede, nel concreto, il reato di omicidio stradale?

«C’è l’arresto obbligatorio nel caso in cui persone alla guida sotto l’effetto di alcol o droga, causino incidenti mortali. L’arresto scatterà anche in caso di violazioni gravi del codice della strada: tratti percorsi contromano, semafori rossi, sforamento dei limiti di velocità. Chiaramente, per eseguire questi arresti, serve la flagranza. Gli agenti in servizio dovranno essere in grado di dimostrare queste violazioni per procedere».

Una legge del genere non può invogliare gli automobilisti a scappare di fronte a un incidente grave?

«Chi scappa, lo farà sempre anche per condotte molto meno gravi. Io non consiglierei a nessuno di scappare perché è raro che Polstrada non individui i fuggitivi. Bisogna affrontare le proprie responsabilità ed evitare di aggiungere aggravanti».

Nonostante le numerose campagne c’è ancora chi beve e poi si mette alla guida.

«Credo che il reato di omicidio stradale si concretizzerà spesso con automobilisti ubriachi. In quel caso dovremo procedere con l’arresto obbligatorio, sempre d’intesa con l’autorità giudiziaria chiaramente. Mi auguro che la gente percepisca l’importanza di questo cambiamento».

Un altro grave pericolo è costituito dall’uso che gli automobilisti fanno degli smartphone, anche mentre guidano.

«Non viene contemplato in questa nuova legge ma è un atteggiamento molto pericoloso. Noi stiamo battento su questo tasto. Ci sono agenti in borghese che escono a cadenza regolare per “pizzicare” chi manda messaggi in auto mentre guida. Gli automobilisti non si rendono conto di quanto si distraggono, di quanto distolgono gli occhi dalla strada utilizzando i social network dai telefoni ultima generazione».

e.ferro@mattinopadova.it

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