Oncologia avanzata e chirurgia robotica contro i tumori rari

Ieri l’open day per pazienti e familiari sul cancro del timo L’associazione Tutor ha messo a confronto gli specialisti



Con circa 200 nuovi casi l’anno, il tumore del timo - una ghiandola collocata nel torace, davanti alla trachea - è classificato fra le malattie rare e per questo viene curato, sia dal punto di vista medico che chirurgico, in pochi centro specializzati. Padova, con l’Istituto oncologico veneto e l’Azienda ospedaliera universitaria, è uno di questi. E ieri nell’aula magna dello Iov si è tenuto l’Open day promosso dall’associazione Tu.to.r (Tumori toracici rari) in collaborazione con l’Università di Padova e la Rete oncologica veneta, dedicato a pazienti e familiari. Quasi 4 ore di confronto fra specialisti, medici oncologi e chirurghi, per comprender la malattia, le sue caratteristiche e il miglior modo per curarla.

specializzazione

«Come per tutte le malattie rare» ha sottolineato il professor Pierfranco Conte dello Iov, «data la complessità del trattamento che richiede, è importante che i pazienti capiscano che ci si deve rivolgere a centri altamente specialistici. L’esperienza e l’alta casistica in questi casi sono garanzia di qualità delle cure. Se si chiede loro di allontanarsi da casa per curarsi è perché devono andare in un centro specializzato».

medicina

«Il timoma può essere poco aggressivo ma ci sono sottotipi istologici diversi per gravità» sottolinea la dottoressa Giulia Pasello dello Iov, «fino al carcinoma più aggressivo. Le forme più lievi si curano con la chemioterapia e di recente sono stati introdotti farmaci biologici che agiscono sulla vascolarizzazione del tumore. Diversamente che per altri tumori, l’immunoterapia non è lo standard per il timoma». Allo Iov arrivano dai 35 ai 40 casi annui.

chirurgia

Padova non è solo riferimento per l’oncologia medica ma anche per la chirurgia oncologica, in questo caso grazie al lavoro del professor Federico Rea e della sua équipe dell’Azienda ospedaliera universitaria: «Facciamo parte di un network nazionale e siamo punto di riferimento per il Triveneto e non solo» rileva il chirurgo toracico, «siamo stati i primi a introdurre l’asportazione del timo con il robot chirurgico e eseguiamo dalle 40 alle 50 procedure l’anno. In quelli più complessi ricostruiamo i vasi e le arterie intaccati dalla malattia. La sinergia con lo Iov è fondamentale per i protocolli integrati: spesso l’intervento chirurgico si combina con chemioterapia e radioterapia».

l’incontro

«L’obiettivo di questi incontri» sottolinea la presidente di Tu.To.r Laura Abate-Daga, «è di migliorare la qualità di vita dei pazienti fornendo informazioni sulla malattia e ottimizzando il percorso diagnostico terapeutico». Come associazione cerchiamo di supportare pazienti e familiari». —

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