Ongania, finalmente l’opera omnia

VENEZIA
«Parlare di Ongania è come parlare di mio nonno» afferma Luca Zentilini, fondatore della Libreria Antiquaria Linea d’Acqua, mentre sfoglia il volume che racchiude la catalogazione organica dell’opera omnia della sua guida professionale e, in un certo senso, anche spirituale: l’editore Ferdinando Ongania (Venezia, 1842 - St. Moritz, 1911).
Ferdinando Ongania. Editore in Venezia. Catalogo, realizzato da lineadacqua edizioni, è stato presentato ieri alla Fondazione Querini Stampalia dalla curatrice Chiara Mazzariol, dal professore di bibliologia dell’Università di Udine Neil Harris e dal docente di Linguistica Italiana a Ca’ Foscari Lorenzo Tomasin. Un gruppo di lavoro internazionale con una formazione diversa, proprio come gli antichi frequentatori della libreria di Ferdinando Ongania, fondata nel 1871 in un locale sotto i portici di Piazza San Marco, ai numeri civici 72, 73 2 74.
«Era un personaggio schivo - racconta la curatrice - ma il suo nome è presente nelle opere degli intellettuali del tempo. È citato nel saggio Le pietre di Venezia di John Ruskin, nel romanzo L’altana ou la vie vénitienne di Henry de Régnier e nel Lady Layard’s Journal.
Pioniere di una tecnica all’avanguardia per l’epoca, l’eliotipia, Ongania faceva stampare le fotografie in Campo San Stin, nel laboratorio a vapore del tedesco Carlo Jacobi.
Vera Mantengoli
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