Operata dal robot Da Vinci pochi traumi, degenza breve

PIOVE DI SACCO. Scopre un carcinoma all’endometrio e viene salvata dall’equipe di Ginecologia di Chioggia, diretta da Luca Bergamini, che la opera con il robot Da Vinci. A raccontare la sua storia è...

PIOVE DI SACCO. Scopre un carcinoma all’endometrio e viene salvata dall’equipe di Ginecologia di Chioggia, diretta da Luca Bergamini, che la opera con il robot Da Vinci. A raccontare la sua storia è proprio la paziente, Teresa Milani, di Piove di Sacco, con l’obiettivo di dare speranza a chi scopre di avere un cancro e per spiegare i lati “positivi” della malattia. «Questa esperienza mi ha permesso di rivedere la mia vita», racconta la donna di mezza età, «è stato terribile scoprire di avere un cancro, ma non tutti i mali vengono per nuocere. Oggi il mio approccio alla vita è diverso, penso più a me stessa, mi prendo il tempo necessario per fare le cose e le assaporo fino in fondo». La diagnosi effettuata alla donna segnalava la presenza di un carcinoma all’endometrio. Fino a poco tempo fa le strade in questi casi erano due, l’intervento chirurgico tradizionale oppure l’intervento in laparoscopia. Da un anno, però, esiste una terza soluzione grazie al robot Da Vinci, in dotazione all’ospedale dell’Angelo ma a disposizione di tutti gli ospedali della provincia. In questo caso il carcinoma era ben delimitato e si prestava all’operazione con il robot. «Questo strumento di ultima generazione», spiega il primario, «costituisce la frontiera più recente della robotica applicata alla chirurgia e della tecnica della “videolaparoscopia”. Grazie ai bracci operanti, alle cui sottilissime estremità sono montati strumenti per tagliare, cauterizzare, suturare, il robot diventa in pratica una potente e precisissima estensione del chirurgo, che lo controlla da remoto e lo manovra con una consolle dedicata. Una microcamera su un endoscopio restituisce al chirurgo immagini ad altissima definizione degli organi interni permettendo di operare al millimetro».

L’operazione è stata eseguita a Mestre dal primario Bergamini e dai due ginecologi clodiensi Sergio Porto e Michele Caramia. «A loro va il mio grazie», spiega la signora Milani, «mi hanno permesso di ritornare a vivere e di farlo in modo migliore». L’intervento con il robot comporta molti vantaggi per il paziente con una riduzione del trauma chirurgico e dei giorni di degenza e con un rapido recupero delle attività quotidiane. La donna è tornata a casa dopo due giorni di ricovero. «È un esempio concreto di sanità che si mette in rete», sottolinea il direttore generale dell’Asl 14 Giuseppe Dal Ben, «all’interno di una provincia, in questo caso quella veneziana, si condivide una strumentazione importante e unica. Un’opportunità operatoria di ultima generazione a cui possono accedere non solo professionisti degli altri ospedali, ma anche i loro pazienti dando a tutti la stessa garanzia di una sanità eccellente».

Elisabetta Boscolo Anzoletti

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