Ore d’attesa per le prenotazioni A Cittadella torna l’incubo-Cup

Ore di attesa, in coda in ospedale, e alla fine non riesce a prenotare la visita. L'incubo Cup ritorna nell'ospedale di Cittadella e una cittadina ha deciso di alzare la voce. «Anche le operatrici, stremate, ci dicono di protestare, sono vittime come noi, il punto è che il sistema ci vuole mandare alla sanità privata, dove ci fissano la visita dopodomani»: a farsi sentire è Monica Bonaldo, di Fontaniva, che ieri ha cercato di fissare una radiologia per la figlia e delle visite per la madre, oltre che per lei, che soffre di una malattia rara. Nulla di fatto, una mattinata persa e un senso di frustrazione, amarezza. «Alle 10.15 sono arrivata alle casse per prenotare una rx per mia figlia con priorità 30 giorni. Gli utenti in coda erano 48, sono riuscita a parlare con l'operatrice alle 11.50».
Un'ora e mezza di attesa: «Mi è stata proposta come data per i raggi il 19 febbraio, ma mia figlia è impegnata con la scuola, dovrò provare a richiamare dopo il 19 perché non c'è altra disponibilità, essendo precisata nell'impegnativa priorità 30 giorni non possono fare altro». Il viaggio continua per delle visite non urgenti, ne ha bisogno sia la donna che la madre ottantenne. Non tutti possono permettersele a pagamento, si cerca di trovare spazio nel sistema sanitario nazionale: «Cerco di prenotare da mesi sia telefonicamente che presenziando al Cup e attendendo sempre delle ore», insiste Monica che - nel suo secondo tour di attesa - ritira il numero 190 che poi butta perché un signore le consegna il suo 166: «Era lì da 2 ore e non ne poteva più, a quel punto avevo 33 persone davanti a me». Che accade? «Quando arriva il mio turno, l'operatrice vede che le mie impegnative sono tutte nel Prefloat (prenotazione in galleggiamento), in attesa di essere smistate dal centro di Camposampiero e, molto gentilmente, mi avvisa che non è necessario che torni o telefoni ancora perché lo dovrebbe fare l'Usl. Esco da questo girone infernale alle 12.30». La fontanivese ha subito un'altra disavventura: «Ho chiesto una cartella clinica per un intervento effettuato nel 1996, ma mancava il dato essenziale, il chiarimento che le clip utilizzate erano in titanio e non in altro metallo. Perché ho dovuto pagare per avere una cartella clinica che non riporta nessun dato?»
L’Usl 6 ricorda che «la prenotazione immediata di prestazioni specialistiche all’interno dei tempi previsti, escluse le urgenze che vengono sempre e comunque garantite, per alcune aree specialistiche - tra cui oculistica e radiologia - rivestono elementi di criticità. Questo, sia per la carenza di medici specialisti sia per l’impatto organizzativo del nuovo sistema gestionale. Per farvi fronte, l’Usl si è mossa su vari fronti: ha potenziato l’acquisto di prestazioni dei propri specialisti, sta inserendo i medici radiologi provenienti dall’Azienda ospedaliera di Verona, ha riarticolato l’offerta garantita dal privato convenzionato e ha attivato verifiche sull’appropriatezza delle prestazioni che vengono richieste». —
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