Ospedale a Schiavonia, la Cgil: "A rischio decine di posti di lavoro"

Allarme Cgil: nessuna certezza per i 54 dipendenti del Cup, i 14 dei bar e quelli delle coop che gestiscono pulizie e pasti
Schiavonia, 19 Set 2014 Stato avanzamento lavori ospedale di schiavonia. nella foto: l'apparecchiatura per la risonanza Ph. Zangirolami
Schiavonia, 19 Set 2014 Stato avanzamento lavori ospedale di schiavonia. nella foto: l'apparecchiatura per la risonanza Ph. Zangirolami

MONSELICE. La Cgil protesta a muso duro per i posti di lavoro a rischio che ci saranno con il passaggio al nuovo polo ospedaliero di Schiavonia nel settore degli appalti e dei servizi collegati. Ieri mattina, nella sede provinciale della Cgil, a Padova, in via Longhin, i sindacalisti Alessandra Stivali, Giancarlo Go, Marquida Boccia e Marianna Cestaro, hanno tenuto un’infuocata conferenza stampa, in cui i rappresentanti della Camera del Lavoro hanno parlato delle problematiche occupazionali collegate all’inaugurazione del nuovo ospedale della Bassa Padovana, che avverrà mercoledì prossimo, 5 novembre, alla presenza del governatore Luca Zaia. La questione, ancora irrisolta, è quella relativa al futuro Cup (Centro unico di prenotazioni). «I lavoratori del Cup attuale sono 54», osserva Marianna Cestaro «Sino ad oggi sono stati dipendenti della società Gpi e della cooperativa Noi. Erano stati assunti tutti con un contratto a tempo indeterminato. Abbiamo già saputo che, in assenza di qualsiasi tipo di gara pubblica, solo alcuni lavoratori sono stati contattati per ottenere un rinnovo contrattuale esclusivamente per i prossimi sei mesi. Quindi solo a tempo determinato. In pratica aumenterebbe la loro precarietà. Il rapporto con la Gpi e la coop Noi scadrà già oggi. Perché l’ente appaltatore non si è mosso prima per garantire la continuità occupazionale dei 52 lavoratori?».

La sindacalista Boccia è, invece, quella che segue i problemi dei 15 dipendenti della Dallas, la società che gestisce i quattro bar che si trovano all’interno degli ospedali di Conselve, Monselice, Este e Montagnana. «Visto che i bar delle quattro strutture ospedaliere rimarranno di fatto senza clienti, come mai la stazione appaltante, ossia l’Usl 17, non si è ancora preoccupata di assicurare un futuro anche ai 15 lavoratori dei bar, che poi sono tutte donne?». Nel corso dell’incontro i sindacalisti hanno parlato anche dei rischi che corrono i lavoratori-soci delle imprese di pulizie, il cui appalto è passato dalla Coop Solidarietà alla Coop Service, e quelli che sono impegnati nella somministrazione dei pasti sia ai dipendenti del nuovo ospedale che ai degenti. Infine l’appello di Alessandra Stivali, della segreteria generale del sindacato guidato da Christian Ferrari. «A questo punto, per eliminare tutti i nostri timori, serve un incontro urgente con il direttore generale, Giovanni Pavesi».

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