Ospedale, Posto di Polizia ridotto con soli tre agenti
Inizialmente in organico c’erano quindici uomini, facevano presidio e indagini Pesavento (Sap): «Non possiamo perdere un avamposto così importante»

Baron Gm protesta del sindacato di Polizia SAP In foto: Mirco Pesavento segretario provinciale Sap - Baron Gm protesta del sindacato di Polizia SAP In foto: Mirco Pesavento segretario provinciale Sap
Dai quindici uomini che consentivano di tenere aperto il presidio 24 ore su 24 ai soli tre che stentano a garantire mattina e pomeriggio. Si chiama Posto di Polizia dell’Ospedale ed è l’avamposto della Polizia di Stato in quella che è una città nella città: l’ospedale. La carenza di organico che oggi caratterizza molti comparti delle forze dell’ordine ha ridotto ai minimi termini quello che era un punto di riferimento per medici, infermieri e utenti della cittadella sanitaria. L’arresto di un ladro di biciclette nel parcheggio fatto l’altro giorno, è uno dei tanti motivi per cui questa presenza viene considerata importante.
L’organico del Posto di Polizia dell’ospedale è contatto al punto che si teme addirittura una chiusura. Prospettiva osteggiata apertamente dai sindacalisti del Sap, che anzi auspicano un potenziamento.
«Oggi al Posto di Polizia dell’ospedale sono in servizio un ispettore e due agenti» spiega Mirco Pesavento, segretario provinciale del Sap. «Abbiamo sempre considerato un vanto avere un simile presidio vicino al pronto soccorso, che oltre a garantire sicurezza a chi lavora nei reparti offre anche supporto alle pattuglie che fanno controllo del territorio in città».
L’ospedale, una città nella città. Ci sono i senzatetto che cercano riparo per dormire nei mesi invernali, ci sono i tossicodipendenti che ci vanno quasi ogni giorno per provare a rubare qualcosa, i nomadi che arrivano in massa per assistere qualche loro familiare. Le emergenze sono molteplici e quando si verificano richiedono un intervento celere.
«Gli agenti in servizio lì hanno sempre fatto anche polizia giudiziaria» continua Pesavento. «Questo significa che sviluppavano piccole indagini sotto la guida della Procura. Faccio un esempio. Rubavano portafoglio e bancomat e un paziente in reparto. Erano loro a fare gli accertamenti, ad acquisire i filmati delle telecamere e a lavorare per l’identificazione del ladro. Non serve essere un esperto per capire che tre operatori non possono continuare a fare tutto questo». L’argomento del calo di organico in questo presidio di polizia è stato trattato più volte dal Sap: «Non dico di tornare ai 15 uomini di un tempo ma almeno una decina servirebbero per garantire l’apertura nei quattro turni: mattina, pomeriggio, sera e notte».
Lo scorso mese di settembre il capo della Polizia Franco Gabrielli ha inserito Padova tra le città che a breve saranno destinatarie di rinforzi in termini di organico. Alla Polfer, ufficio di frontiera in stazione, dovrebbero esserci 45 poliziotti e invece ce ne sono 25; al commissariato Stanga, presidio nato per arginare il vecchio Bronx di via Anelli, sono rimasti poco meno di 20 uomini al posto dei 50 previsti dal decreto ministeriale. Ma non va meglio in Questura dove in totale ci sono meno di 500 uomini. La pianta organica è la stessa del 1989. «Rivedremo gli organici, visto che sono fermi ai tempi di un’Italia e di una Polizia di Stato che non esistono più» ha ribadito Gabrielli.
«A maggio del prossimo anno vedremo se alle parole seguiranno i fatti» ragiona Pesavento. «In questura a Padova dovrebbero arrivare una trentina di uomini in più. Potrebbe essere l’occasione giusta per rinforzare il Posto di Polizia dell’ospedale. Credo che i nostri “cugini” (i carabinieri) farebbero di tutto per essere presenti in un simile contesto. La Polizia di Stato non può farsi scappare una simile opportunità».
e.ferro@mattinopadova.it
©RIPRODUZIONE RISERVATA
Riproduzione riservata © Il Mattino di Padova
Leggi anche
Video