Padova, 1.300 immobili all’asta «In aumento quelle a buon fine»

PADOVA. Sono quasi 1.300 gli immobili all’asta in provincia di Padova attualmente, oltre 230 quelli nel comune capoluogo. Questi i dati relativi al portale delle vendite giudiziarie del Tribunale di...

PADOVA. Sono quasi 1.300 gli immobili all’asta in provincia di Padova attualmente, oltre 230 quelli nel comune capoluogo. Questi i dati relativi al portale delle vendite giudiziarie del Tribunale di Padova. E se 27 di queste aste, principalmente relative a fallimenti di imprese, superano il milione di euro, mentre nel comune di Padova sono 6 gli immobili a superare tale soglia (all’asta attualmente c’è pure Palazzo San Bonifacio in via Bargarigo per 4,26 milioni di euro, il “Palazzo del Sole” di via Boccaccio per 3 milioni di euro) circa il 50% degli immobili offerti in provincia varia dai 20 ai 90 mila euro.

Nel contesto di una sostanziale stabilizzazione dell’offerta però è la domanda a crescere in maniera evidente. Secondo i dati di Apep, l’Associazione dei Notai del Consiglio Notarile di Padova delegati alle procedure, la percentuale delle aste andate a buon fine è cresciuta dal 15,5% circa del 2014 al 23,6% del settembre di quest’anno. «L’aumento degli immobili all’asta è un fenomeno che si è fermato già nel primo semestre del 2015 e rappresentava l'onda lunga della crisi» ha spiegato Bruno Saglietti, presidente di Apep. «Ora invece registriamo una crescita dell’interesse attorno a questa modalità di acquisto dovuta da una parte ai prezzi spesso concorrenziali, dall’altra anche al fatto che il sistema bancari si è attrezzato in maniera più coerente per supportare i potenziali clienti. Il risultato è un aumento delle operazioni andate a buon fine e di conseguenza un’inversione della tendenza alla riduzione dei valori degli immobili a gara».

Ma pure in questo ambito è la tecnologia la novità e proprio ieri, per la prima volta a Padova, un’asta giudiziaria ha avuto anche il suo aspetto 4.0. La possibilità cioè di partecipare anche se non fisicamente presenti. «Il consiglio nazionale dell’ordine sta lavorando già da un paio d’anni a un sistema, il Ran, che permette a acquirenti lontani di partecipare all’asta semplicemente affidandosi in via telematica a un notaio di una sede periferica che accede per via digitale e in tempo reale a tutte le informazioni» ha concluso Saglietti. «Uno strumento ancora facoltativo ma che si prevede sarà il futuro del settore».

(r.s.)

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