Padova, appartamento a luci rosse nella Torre Belvedere

PADOVA. Nel delicato equilibrio della Torre Belvedere ogni tanto c’è qualcosa che scricchiola e il rumore sinistro si diffonde nella zona di frontiera che quel palazzo verde caratterizza ormai da sessant’anni: la stazione. Ieri in una sola giornata i carabinieri hanno sequestrato un’alcova del sesso a pagamento gestita da cinesi, mentre la polizia municipale ha messo i sigilli a un bed and breakfast abusivo per spacciatori e clandestini.
Gli affari degli sfruttatori cinesi che corrono paralleli senza mai intersecare quelli altrettanto illegali di due coniugi ottantenni e pensionati. La Torre Belvedere è un contenitore di vite accatastate, o più semplicemente una dimora ben diversa da quella esclusiva concepita negli anni ’60 e finanziata da Cattolica Assicurazioni. Un tempo ci abitavano i ricchi mentre avvocati e notai facevano a gara per accaparrarsi una sede nei 18 piani del grattacielo verde. Poi la stazione è diventata quella di oggi e si è ingoiata fama, blasone e vivibilità di un condominio che ora nasconde sfumature angoscianti.
Al quattordicesimo piano della Torre Belvedere i carabinieri di Prato della Valle hanno scoperto che tre ragazze cinesi tra i 20 e i 30 anni venivano obbligate a prostituirsi anche dieci volte al giorno. Gli sfruttatori tenevano in ostaggio i loro documenti. Ai clienti, tutti cinesi, chiedevano cifre che variavano dai 50 ai 100 euro a botta. E per i più esigenti c’era anche la possibilità di farsi una dose di droga. Roba forte come la shaboo, l’ecstasy o la ketamina. In manette sono finiti Fu Rong, 42 anni, di Treviso e Li Pingguang, 49 anni, di Venezia, entrambi con domicilio a Padova.
La casa gliel’aveva data in affitto un altro connazionale che invece vive a Prato. Insomma, al quattordicesimo piano della “scala A” c’era un via-vai tale da insospettire i pochi italiani rimasti. Ed è così, dalla strada, che i militari del maresciallo Giancarlo Merli hanno avuto la soffiata giusta che ha dato vita al blitz. In quella casa a luci rosse sono stati sequestrati anche 12 mila euro in contanti, un passamontagna e un coltellaccio. Esattamente al piano superiore c’era chi invece aveva messo in piedi un business da 300 euro a notte con spacciatori e clandestini.
Due coniugi ormai alla soglia degli ottant’anni, lui ex funzionario del Comune di Catania, lei ex dipendente dell’Agenzia delle Entrate, davano un letto e un riparo a chi non può andare né in albergo, né in altre strutture “legali”. Chiedevano 30 euro a notte chiudevano a chiave dall’interno per evitare che nelle ore notturne gli ospiti facessero entrare altra gente. Marito e moglie dispongono di due appartamenti al quindicesimo piano, di cui uno è il b&b “Alla stazione” mentre l’altro era quello abusivo dove per accedere non serviva nemmeno presentare i documenti. Tutto filava liscio. Fino a che il delicato equilibrio non si è rotto.
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