Padova, arrivano nelle piazze i guardiani dell’aperitivo

Coronavirus e fase due: "controllori” dei locali e forze dell’ordine vigileranno sul distanziamento sociale

PADOVA. La politica del bastone e della carota, ovvero alternare le buone maniere a quelle cattive, è una vecchia legge. Da ieri è stata declinata per la movida in centro secondo una decisione presa in mattinata, in occasione del summit convocato in prefettura tra esercenti, forze dell’ordine, amministrazione comunale. Il risultato? Piazza dei Signori è stata blindata con il potenzimento dei controlli delle forze dell’ordine (municipale, polizia e carabinieri) e sono in arrivo dei professionisti privati per “gestire” il popolo dello spritz. Gli steward, pagati dai locali, dovranno sorvegliare i clienti: invitarli a mantenere la distanza di un metro, impedire che si formino assembramenti (ovvero più di due persone vicine), gestire eventuali code.

Primo locale chiuso per assembramenti a Padova: cinque giorni di stop per il chiosco Tadi
TOME' - AGENZIA BIANCHI - PADOVA - CHIOSCO VIA DEI TADI

Dall’altra parte però l’Amministrazione comunale spinge sull’ampliamento gratuito dei plateatici e la delocalizzazione del rito dello spritz e, in accordo con l’associazione dei pubblici esercizi (Appe) propone esclusivamente il servizio al tavolo: consuma solo chi è seduto. Non è la soluzione preferita dai baristi della città (600 sui 1000 esercizi pubblici, di cui 300 in centro), ma potrebbe essere un buon compromesso nella Fase 2 da Covid-19. «Siamo convinti – spiega Antonio Bressa, assessore al commercio – che con il servizio al tavolo sia più facile organizzare le presenze. Per questo, per i locali che non hanno la possibilità di ampliare la seduta con i plateatici (nonostante il piano speciale adottato), cercheremo di trovare uno sfogo alternativo. Più precisamente abbiamo pensato di inserirli nel grande progetto dell’estate padovana 2020: potrebbero affiancare le iniziative ricreativo-culturali alle quali stiamo pensando con le colleghe Marta Nalin (sociale) e Chiara Gallani (verde), con il collega Diego Bonavina (sport) e con il Gabinetto del sindaco. Fino al 15 giugno però non se ne parla perché le norme non consentono nessun tipo di manifestazione o evento».

Nessuno parla di pugno di ferro: non è questa la strada che intende percorrere la Giunta Giordani. Al contrario, se di provvedimenti si deve parlare, saranno chirurgici, mirati a colpire solo chi sbaglia, esercente o cliente che sia. «Abbiamo escluso provvedimenti restrittivi di carattere generale per i locali – scandisce Bressa – perché non è giusto che per le esagerazioni di qualcuno ne paghino tutti le conseguenze. Dopodiché, visto l’avvicinarsi del weekend, abbiamo condiviso l’idea di un presidio fisso da parte delle forze dell’ordine nelle zone più “calde”, accompagnato anche da personale della protezione civile e della croce rossa che facciano sensibilizzazione sui corretti comportamenti da adottare». Presenti al tavolo di ieri mattina anche Ascom e Confesercenti. «Rispetto al rafforzamento dei presidi delle forze dell’ordine. Commenta Otello Vendramin, dell’Ascom – siamo tutti d’accordo. Ci hanno promesso un presidio discreto ma visibile: è il deterrente che ci vuole. Comprendiamo i due mesi di lockdown e la voglia di libertà, ma ora ci vuole senso di responsabilità». Più duro Nicola Rossi, Confesercenti: «Distanziamento sociale e mascherine sono fondamentali – scandisce – la pandemia non è passata. Ci manca poco al traguardo, non roviniamo tutto per una serata. I ragazzi devono cambiare atteggiamento». —
 

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