Padova, cresce il muro di via Bernina. Ma anche il dubbio sull’utilità

PADOVA. Altro che muretto. Quello che sta nascendo all’ex ingresso di via Bernina 18, in Ansa Borgomagno, è un vero e proprio muro di mattoni rossi. Una barriera rigida che non permetterà più a nessuno di entrare nell’Area Funghi da via Bernina, ma esclusivamente da Corso Tre Venezie.
Com’era prevedibile, il muro sta già provocando tra i residenti e gli addetti ai lavori molte polemiche. Ci sono quelli che la ritengono una soluzione per isolare e mettere alle strette i titolari e i clienti dei locali africani, dove non vengono rispettate le regole della convivenza civile e quelli che, invece, auspicavano una scelta diversa, più flessibile rispetto a quella attuale.
«Ho una figlia che è iscritta ai corsi della palestra con l’arrampicata, situata all’interno della cosiddetta cittadella dello sport e del divertimento», sottolinea Andrea Rossi, «Non la manderò più in quella struttura perché fare il giro lungo per Corso Tre Venezie, a piedi o in bici, è pericoloso. È un percorso buio e scarsamente illuminato, frequentato anche da tossicodipendenti e spacciatori. Al limite poteva andare bene anche il muro con i mattoni, ma si poteva lasciare uno spazio aperto, dotato di telecamera, dove passare o a piedi o con la bicicletta». —
Felice Paduano
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