Padova, il vescovo chiude il Giubileo: «In tempi di poteri e ideologie ci restituisce speranza»

Le parole del vescovo Cipolla in Duomo dove, nel pomeriggio del 28 dicembre, si sono succedute processione e testimonianze

La processione
La processione

Si è concluso nel pomeriggio del 28 dicembre in Duomo il Giubileo a Padova con la processione verso l’altare di canonici, lettori e responsabili dei luoghi giubilari.

«In un tempo della storia che sembra segnato da nubi oscure e dominato da pochi uomini potenti e prepotenti che umiliano interi popoli; in un tempo in cui le ideologie indeboliscono la gioia del vivere e la vita stessa di giovani, donne, bambini, anziani ed ammalati; in un tempo in cui regnano logiche finanziarie che penalizzano i poveri, in cui dilagano le guerre e non c’è margine allo sfruttamento della madre terra e dell’ambiente, l’anno del Giubileo ci riporta alla speranza di vedere oltre le nubi, il sereno» le parole del vescovo Claudio Cipolla, che ha sottolineato come la speranza sia «dono prezioso consegnato agli uomini e alle donne di tutti i tempi» che «si accompagna alla pace, alla giustizia, all’amore».

Il vescovo ha ricordato la partecipazione al Giubileo di adolescenti e giovani – «ho visto il Signore toccare il cuore di tanti» –, i momenti organizzati per gli ammalati e chi si prende cura di loro, professionalmente o in forza di legami familiari, per il volontariato sociale, quanti si occupano di annunciare la pace e «hanno aderito al mese di preghiera invocando la nostra conversione perché si realizzi e ci sia pace a Gaza, in Ucraina e in tutti i paesi del mondo».

Ma ieri è stato un momento di testimonianza, introdotto da don Giuliano Zatti che ha ricordato gli oltre 125 pullman partiti per Roma in un anno, cui si aggiungono quelli che hanno trasportato i 2 mila adolescenti e i 1.200 giovani per i loro giubilei.

«Durante l’anno santo, oltre 20 mila persone tra fedeli, pellegrini, turisti, gruppi parrocchiali e studenti hanno fatto un’esperienza di pellegrinaggio al sacro monte monselicense, il luogo sacro all’estremo sud dei Colli Euganei, già meta di pellegrinaggio sin dal 1600» ha detto Sandra Zerbetto della parrocchia del Duomo di Monselice «l’accoglienza è stata coordinata da una ventina di volontari parrocchiali “Gli Amici della Pieve e del Santuario” che quotidianamente hanno accolto con il sorriso tutti coloro che sono arrivati donando attenzione e vicinanza. È stata un’esperienza che ci ha toccato il cuore e la mente

A raccontare in prima persona il Giubileo dei giovani è stata quindi Francesca Gambato,25 anni, del Torresino che ha ripercorso i momenti salienti della sua esperienza: la professione di fede «senza vergogna né timore», il campo tendato «luogo di relazioni, amicizia, confronto e condivisione» e la veglia a Tor Vergata.

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