Padova, i veterinari di Agripolis curano gli acciacchi del cammello Kabubi

PADOVA. Se il cammello non può andare ad Agripolis, è Agripolis ad andare da lui: la scorsa settimana l’ospedale veterinario dell’Università di Padova è arrivato al parco faunistico Cappeller (a Cartigliano, nel vicentino) per curare l’anziano Kabubi, un cammello di vent’anni. L’animale non gode di cattiva salute, ma data l’età ha bisogno di periodici controlli: «Purtroppo non ha proprio un buon carattere» spiega la professoressa Giulia De Benedictis, anestesista che ha guidato le operazioni, «è diffidente e a volte anche un po’ aggressivo, quindi per eseguire i controlli è stato necessario sedarlo. In questo caso portarlo a Legnaro sarebbe stato molto difficile: l’animale pesa circa 700 chili e come detto non è molto collaborativo, quindi ci siamo spostati noi con la “clinica mobile”, una struttura molto ben attrezzata che utilizziamo in casi come questo».
L’sos
A contattare i veterinari di Agripolis, che hanno appena curato una tigre, è stata la dottoressa Lucia Bono, veterinaria del parco, che per il controllo annuale ha rilevato la necessità di sottoporre l’animale ad alcuni esami, per i quali però non aveva le attrezzature. La risposta è stata prontissima e in breve tempo è partita da Padova un’équipe di cinque medici veterinari e alcuni studenti. Una volta anestetizzato, a Kabubi sono stati fatti un prelievo di sangue e un’ecografia a reni e fegato. In più, potendo agire mentre era addormentato, i veterinari hanno potuto controllare anche la bocca, sistemando alcuni problemi ai denti. «Kabubi» spiega ancora De Benedictis, «è un cammello “Bactrianus”, quello con due gobbe. Per un animale come questo, vissuto in cattività, vent’anni sono molti: è anche molto grande e spostarlo sarebbe stato davvero difficile».
Cure e didattica
Alla “missione” hanno preso parte anche alcuni studenti: «Sono ottime occasioni per fare didattica» conferma De Benedictis, «abbiamo diverse collaborazioni con parchi faunistici e questo ci dà la possibilità di mettere la nostra esperienza al servizio delle strutture e al contempo offre ai nostri studenti delle belle esperienze. In particolare» conclude la docente, «per il parco Cappeller ci eravamo già occupati di zebre, primati, procioni, grossi felini. Ed anche di un wallaby, arrivato ad Agripolis per una risonanza magnetica». —
Silvia Quaranta
Riproduzione riservata © Il Mattino di Padova