Padova, iper aperti a S. Stefano: il 22 scatta lo sciopero

Solo Famila e Auchan chiusi il 26, Alì limiterà gli orari di attività
POLETTO-FOTOPIRAN-ALBIGNASEGO-IPERCITY
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PADOVA. Sono stati e saranno aperti per tutte le festività del periodo natalizio le principali catene della Gdo (Grande distribuzione organizzata) padovana. Despar, Ikea, Pam, Ovs, Brico, Lidl e gli altri hanno già comunicato l’intenzione di proseguire con la politica della massima apertura dei punti vendita durante tutte le festività, fatta eccezione per il 25 dicembre e l’1 gennaio.

Ma esiste qualche, piccola eccezione: Alì punterà a ridurre l’orario lavorativo nei giorni centrali di questo Natale, chiudendo le serrande di molti punti vendita con qualche ora d’anticipo mentre Auchan e Famila hanno deciso di chiudere non solo il 25 ma pure il giorno di Santo Stefano.

E se ieri, 8 dicembre, festività dell’Immacolata, nessuno tra le catene della distribuzione ha scelto di tenere chiusi i battenti, il prossimo 22 dicembre, il venerdì prima di Natale, lo sciopero degli operatori della distribuzione rischia di vanificare gli sforzi che le dirigenze della Gdo impongono ai propri dipendenti in vista del raggiungimento dei previsti budget di fine anno.

Ad annunciarlo sono le categorie del commercio di Cgil, Cisl e Uil che puntano alla riapertura dei tavoli, fermi oramai da 4 anni, sul Contratto nazionale di lavoro di Federdistribuzione e di Coop Alleanza 3.0.

«Dopo il tentativo disastroso dell’apertura del 25 dicembre e del primo gennaio dell’anno scorso, la gran parte delle catene finora non ha dato segnali di volere tirare ulteriormente la corda con i lavoratori», hanno dichiarato Daniele Salvador e Marquidas Moccia, l’uno membro della segreteria Fisascat Cisl di Padova e Rovigo, l’altra segretaria della Filcams Cgil di Padova «ma ci aspettiamo di tutto nei prossimi giorni. Ad ogni modo è davvero irrispettoso per i lavoratori e per le loro famiglie il progressivo azzeramento del diritto al riposo festivo a cui assistiamo da alcuni anni».

Ma il 22 dicembre prossimo, gli oltre 6.000 lavoratori padovani del settore sono pronti a scioperare per il contratto di lavoro che aspetta di essere rinnovato da oltre 4 anni.

«La questione del diritto al riposo festivo e quello legato al Contratto nazionale di categoria sono due lati di una stessa medaglia», hanno spiegato Moccia e Salvador. «I lavoratori chiedono rispetto e un sistema di regole condiviso sulla base del quale siano normati i rapporti all’interno dei posti di lavoro mentre molte delle principali aziende che hanno scelto la via dell’uscita dal contratto di Confcommercio si sottraggono ad un confronto serio.

La scelta di adottare solo la parte normativa del contratto dei commercianti e di rifiutare quella economica è offensiva, come lo è quella di distribuire unilateralmente aumenti che sono circa la metà di quanto concordato con la storica associazione di categoria.

Nel frattempo il dumping economico sul costo del lavoro che le grandi catene applicano a danno dei negozianti crea ulteriori fratture nel sistema. E non è certo meglio l’atteggiamento della Coop che ha deciso di stare alla finestra e di adeguarsi al comportamento dei competitor a tutto detrimento dei propri dipendenti.

Ma i lavoratori sono stanchi e crediamo che la gran parte degli operatori del settore del Padovano (2.000 nella sola Padova città) risponderanno con forza ad uno sciopero che mira a ottenere il giusto rispetto nei confronti di padri e madri di famiglia che lavorano e che hanno diritto al riposo ed a garanzie contrattuali reali e condivise».
 

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