Padova Ius soli, scontri in piazza Erbe 22, “pedrini” rinviati a giudizio

PADOVA.
Due fronti opposti in piazza delle Erbe, nel cuore storico della città dove la lotta politica è diventata guerra durante gli anni di piombo. È la sera del 17 luglio 2017: a dividerli, 130 fra poliziotti e carabinieri. E una valutazione opposta sul tema, oggi caldo, dello ius soli. Non è bastato a evitare tafferugli e botte. Con conseguenze serie sul piano giudiziario. Ieri il gup padovano Elena Lazzarin ha spedito a processo 22 esponenti dell’area antagonista, tra loro un nipote del filosofo (ed ex sindaco di Venezia) Massimo Cacciari. Le accuse contestate? Manifestazione non autorizzata, violenza, minaccia, resistenza aggravata a pubblico ufficiale, infine lesioni personali pluriaggravate nei confronti di alcuni rappresentanti delle forze dell’ordine.
Gli imputati
Saranno processati il prossimo 10 giugno Enrico Zulian, 34 anni, di Padova; Carmine Alba, 60 di Padova; Lorenzo Bardelle, 50 di Padova; Jacopo Borga, 27 di Santorso (Vicenza); Tommaso Cacciari, 41, portavoce del centro sociale Morion di Venezia; Marisol La Biunda Castellani, 21 anni di Padova; Omid Tabar Firouzi, 38 di Padova; Davide Maria Lago, 24 di Padova; Gabriele La Mastra, 45 di Selvazzano; Ronaldo Lutterotti, 27 di Padova; Nicola Manno, 38 di Padova; Alberto Marsilii, 23 di Mestre; Tommaso Meneghetti, 24 di Padova; Andrea Occhipinti, 22 di Mestre; Niccolò Onesto, 23 di Venezia; Luca Perissinotti, 39 di Pordenone; Jacopo Povelato, 26 di Mestre; Marco Sandi, 31 di Feltre; il portavoce del Pedro Marco Sirotti, 39, Gianni Stoppelli, 53, Riccardo Zancato, 37 e Marco Zanotto (41) tutti di Padova.
I fatti
Quella sera la Destra ultrà con Forza Nuova e il Veneto Fronte Skinhead organizzò un sit-in, autorizzato, nella piazzetta della Prefettura contro lo ius soli. Immediata la reazione dei centri sociali di Padova e di Venezia, dei collettivi universitari, con Adl Cobas, militanti del Partito Comunista dei lavoratori e associazione Razzismo Stop insieme a qualche consigliere comunale. Disattese le disposizioni impartite dall’autorità di Pubblica sicurezza, un corteo non autorizzato da piazza dei Signori arrivò fino a piazza delle Erbe. Secondo le risultanze dell’inchiesta svolta dal pm Sergio Dini, lungo il tragitto alcuni manifestanti-imputati muniti di megafono avrebbero dato indicazioni ai circa 300 partecipanti per modificare il tragitto concordato. Altri avrebbero impiegato scudi in plexiglas per promuovere qualche forma di guerriglia urbana accendendo e lanciando fumogeni, tirando calci e spinte agli agenti, scagliando bottiglie e altri oggetti. Tra questi una bomba carta che ferisce quattro poliziotti. La conclusione? Cariche della polizia, due arresti e 4 poliziotti feriti.
manifestazione
Ieri davanti al tribunale c’è stata una manifestazione in solidarietà ai 22 denunciati. Il centro sociale Pedro ha ribadito che Padova «ha ripetutamente mostrato l’esistenza di un tessuto sociale e politico profondamente antifascista, antirazzista e antisessista. Chi oggi è imputato, chi è già stato condannato a 2 anni e mezzo di carcere, chi ha subito “fogli di via” e decreti penali di condanna non verrà mai lasciato solo». —
Riproduzione riservata © Il Mattino di Padova