Padova, l’amore finisce e lui posta i video sul sito Youporn

PADOVA. La storia d’amore finisce e lui le prova tutte per far tornare tra le sue braccia l’amata. Poi per dispetto pubblica un filmato di un loro atto sessuale sul sito Youporn, nel quale si vede abbastanza bene lei.
Il reato che si prefigurerebbe è quello di revenge porn, la pratica di condividere pubblicamente immagini fotografiche o video intimi attraverso Internet senza il consenso della, o del, protagonista dei video. Ma il reato non è ancora legge e quindi l’indagato, un 44 enne dell’Alta Padovana, è finito nei guai per stalking. Lei oggi ha 27 anni.
I due, italiani residenti in un comune dell’Alta Padovana hanno una relazione antecedente all’agosto del 2017. Poi tutto finisce e lui inizia a tempestarla di telefonate fino al marzo 2018. Anche 20 chiamate al giorno che disturbano la ragazza non poco, anche durante l’orario di lavoro visto che pure il suo titolare si lamenta del fatto che il cellulare della ragazza squilli troppe volte, distogliendola dal lavoro. Ad un certo punto l’uomo decide di pubblicare un video che ritraeva la loro intimità sul sito Youporn e le manda il link che rimanda alla pubblicazione. Come a dire, non sei tornata con me, ecco cos’ho fatto. Anche se, va sottolineato non c’era mai stato un ricatto del tipo, se non torni con me pubblico un video di noi.
Lei vede il video e va dai carabinieri a sporgere querela. Racconta agli investigatori - con non poco imbarazzo - che quella nel video è lei e che non era un video rubato ma girato di comune accordo con il telefonino. Ma che doveva restare un documento privato tra loro due e non certo finire su uno dei più cliccati siti pornografici mondiali. Ma così era. La denuncia finisce sul tavolo del pubblico ministero Roberto Piccione che autorizza una perquisizione (avvenuta il 18 maggio scorso) a casa del 44enne che, appena vede i carabinieri, gli dice un sicuro «non troverete nulla». Ma invece sul suo computer c’è traccia dell’upload, ossia del caricamento del video (ora rimosso). Viene accertato dalla consulenza tecnica ordinata dal pm. Ora l’indagine e chiusa e l’imputato (difeso dall’avvocato Laura Salmaso) rischia un rinvio a giudizio. —.
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