Padova, le case da vip al Basso Isonzo dietro la polemica sull'Ira

Cosa c'è dietro il caso denunciato dai Cinque Stelle? La mancata vendita di un terreno edificabile in via Bainsizza. Accuse e contro-accuse tra M5S, Lega e Pd
Un'area del parco Basso Isonzo a Padova
Un'area del parco Basso Isonzo a Padova

PADOVA. Una sessantina di appartamenti di lusso in via Bainsizza, con vista sul parco Basso Isonzo. Ecco cosa c'è dietro la polemica sul "presunto buco" di bilancio dell’Altavita Ira, denunciato giovedì dal Movimento 5 Stelle. La mancata vendita di quel terreno edificabile ha  provocato l'attacco dei "grillini", condiviso anche dall'amministrazione comunale. E che ha mandato su tutte le furie il Pd. 

Il bando. Torna al centro della polemica dunque l'Altavita Ira, l’Ipab che gestisce le case di riposo (con oltre 600 ospiti) di via Beato Pellegrino e di Palazzo Bolis a Selvazzano. Quest’ultimo realizzato con l’investimento dei proventi della vendita proprio di quell’area edificabile di 36 mila metri quadri al Basso Isonzo. Vendita che però non è ancora avvenuta. Per questo lo scorso 12 gennaio l’ente guidato da Stefano Bellon ha pubblicato l’ennesimo avviso pubblico per l’alienazione di beni con trattativa privata. Assieme all’area di via Bainsizza (di cui sono già stati pagati 300 mila euro di oneri di urbanizzazione) ci sono anche un terreno urbanizzabile a Caselle di Selvazzano e un fondo rustico a Bosco di Rubano.

Bellon al cotrattacco. Un patrimonio che garantisce la solidità finanziaria dell’ente, secondo il presidente Bellon, che può così partire al contrattacco rispetto alle accuse dei “grillini” Jacopo Berti e Giuliano Altavilla che parlano di “bilancio falsato” per la mancanza di 6,8 milioni di euro. «Ho convocato martedì un cda straordinario per valutare le mosse legali per tutelare il buon nome dell’ente che non merita di essere infangato per fini elettorali – sottolinea Bellon – Jacopo Berti confonde lucciole per lanterne, ed evidentemente, da maestro di sci qual è, è più avvezzo agli slalom che alla lettura del bilancio di un ente, che è uno dei più sani e patrimonializzati della regione. E che per questo è esposto a numerosi “assalti alla diligenza”».

L’ispezione della Regione. La denuncia dell’M5S è basata sull’ispezione del servizio di vigilanza regionale, iniziata nell’agosto 2014. «Ho chiesto agli ispettori di presentare entro 15 giorni una relazione sul bilancio 2015 dell’Ira – ha spiegato l’assessore regionale al sociale Manuela Lanzarin – Siamo consapevoli delle difficoltà e confermiamo la massima vigilanza sulla gestione contabile dell’istituto».

«Bilanci falsi, l’Ira va commissariato»

La replica di Berti. Il consigliere regionale M5S si aspettava una presa di posizione più netta da parte della giunta regionale: «Mi viene il dubbio che l’assessore Lanzarin non abbia letto la relazione. Qua ci sono bilanci truccati e falsificati, soldi spesi che non esistono. Il letame non si spala col cucchiaino, ma con la pala. L’ente va immediatamente commissariato», afferma Berti.

Polemiche in casa Pd. Sul tema il Pd, che ha nominato gli amministratori dell’Ira negli anni scorsi, non ci sta a farsi mettere all’angolo. E ribatte: «Il servizio di vigilanza regionale dice che potrebbe esserci un errore di scrittura contabile su una pratica di bilancio che però è stata certificata dalla Regione nel 2011, 2012 e 2013 – spiega il consigliere regionale Claudio Sinigaglia – Altro che falso in bilancio. È solo una questione di contabilità». L’altro consigliere dem Piero Ruzzante attacca invece il sindaco Massimo Bitonci, che aveva solidarizzato con i “grillini”: «Pensi al cda della casa di riposo di Cittadella e a sua moglie che vince un concorso pubblico nel comune dove lui era amministratore». Infine la lettura politica dell’ex sindaco reggente Ivo Rossi: «È spregievole che si faccia propaganda sugli anziani e sulle persone che hanno patologie serie, generando paura. Quella dell’M5S è una politica irresponsabile».

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