Padova, metà orecchi bionici impiantati sui giovani

PADOVA. Si celebra oggi il World Hearing Day, la Giornata Mondiale dell’Udito: al Parlamento Europeo verrà presentato uno studio internazionale che dimostra come una perdita di udito non curata può far aumentare del 28 per cento il rischio di non riuscire a svolgere le attività quotidiane più semplici.
Il mancato uso di protesi acustiche, inoltre, accresce la probabilità di demenza del 21 per cento e di depressione del 43 per cento. Sono dati che conosce bene il professor Alessandro Martini, direttore del Dipartimento di Neuroscienze e Organi di Senso dell’Azienda Ospedaliera Università di Padova, ai vertici nazionali e internazionali per il trattamento della sordità e riconosciuto nell’ambito del progetto europeo Ern (European Reference Network) come centro di riferimento per le patologie congenite rare dell’orecchio.
Professore quanto incidono sordità e ipoacusia nella popolazione?
«La sordità è la più frequente patologia degli organi di senso. Colpisce un neonato ogni mille e tre bambini ogni 10 mila nati normo-udenti contrarranno sordità nei primi tre anni di vita L’invalidità permanente da sordità costituisce quasi il 30% di tutte le cause di invalidità. Il 4% della popolazione sotto i 45 anni, il 10% dei sessantenni, sopra i 65 anni il 25% e sopra gli 80 anni il 50%».
Cosa provoca danni all’udito?
«Un primo fattore determinante è l’età, poi ci sono le malattie e l’esposizione al rumore. In quest’ultimo caso rientrano i rumori nel luogo di lavoro per i quali ci sono precise norme a tutela della salute del lavoratore, ma anche i rumori della vita quotidiana: il traffico, gli auricolari e cuffie, trapani e altri attrezzi che utilizziamo nel fai-da-te. Parliamo in questi casi di socio-acusia».
Basta un solo evento traumatico per perdere l’udito?
«Siamo intervenuti su molti soggetti che hanno avuto l’udito danneggiato per lo scoppio di un petardo o per un concerto a cui si è assistito molto vicino alle casse. Problemi di udito colpiscono spesso i cacciatori che sparano senza protezioni. A seconda dell’intensità del rumore può bastare un evento per provocare un danno grave, ma spesso è il ripetersi del “trauma”: sempre più giovani hanno problemi di udito perché ascoltano la musica ad alto volume con cuffie e auricolari».
Cosa si deve fare quando ci si rende conto di avere problemi di udito?
«Il problema principale è che si tende a sottovalutare l’ipoacusia. Un campanello d’allarme si ha quando si chiede spesso all’interlocutore di ripetere le cose oppure se si sente spesso l’orecchio chiuso. È necessario sottoporsi a una visita e a esame audiometrico».
Quali soluzioni ci sono per guarire dall’ipoacusia e dalla sordità?
«Si va dalla correzione chirurgica in caso di rottura della membrana timpanica, alla protesi acustica. Se questa non basta c’è il cosiddetto “orecchio bionico”, l’impianto cocleare. Nel 2017 abbiamo eseguito 100 interventi qui a Padova, di cui 50 su giovani».
Perché è importante preservare l’udito?
«Ipoacusia e sordità portano all’isolamento, aumentando l’incidenza di depressione e decadimento cognitivo: il suono stimola il cervello e se non arrivano più suoni si verifica un’atrofia di alcune zone corticali. Chi non sente bene ha un rischio 5 volte maggiore di soffrire di Alzheimer».
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