Padova, morì investito dall’auto blu della Regione. UnipolSai risarcisce la famiglia Tiveron

I legali ora valutano la costituzione di parte civile contro il professor Montisci, accusato di aver prodotto una falsa perizia
FERRO - AGENZIA BIANCHI - PADOVA - INCIDENTE DAVANTI ISTITUTO IOV
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PADOVA.

Risarcimento da un milione di euro per la famiglia Tiveron pagato da Unipolsai, l’assicurazione dei mezzi della Regione Veneto. I Tiveron si erano costituiti parte civile nel processo a carico di Giorgio Angelo Faccini, l’autista alla guida dell’auto blu con a bordo il direttore della Sanità veneta Domenico Mantoan che il 13 settembre 2016, con una manovra vietata, investì e uccise il 73enne Cesare Tiveron. Per l’imputato si apre ora la strada per il patteggiamento la cui definizione chiuderebbe la vicenda dell’incidente. Mentre rimane aperta ancora quella sulla presunta falsa perizia del professor Massimo Montisci che indicava in un infarto la causa che lo avrebbe stroncato pochi istanti prima dello scontro fra il suo scooter e l’auto blu condotta da Faccini.

Verso il patteggiamento

Il risarcimento, all’esito del lavoro del legale di Unipolsai Alessandro Zanonato con gli avvocati della famiglia Tiveron, Pietro Sartori e Vieri Tolomei, è stato riconosciuto all’intera famiglia della vittima e non solo alle parti civili. Il legale difensore di Giorgio Angelo Faccini ha già presentato la richiesta di patteggiamento per il suo assistito: il giudice per l’udienza preliminare deciderà venerdì. Nel giro di tre giorni, quindi, la vicenda dell’incidente potrebbe definitivamente chiudersi.

La famiglia della vittima

Se il risarcimento riconosciuto dall’assicurazione è un primo importante successo per la famiglia di Cesare Tiveron, non tanto e non solo sul piano economico, quanto dal momento che cristallizza la causa della morte dello sfortunato settantatreenne, ci sono ancora degli aspetti che devono essere approfonditi. E avrebbe già chiesto conto dell’avvio di un procedimento disciplinare dell’Ordine dei Medici di Padova nei confronti del professor Montisci. Ma c’è anche l’intenzione di chiedere conto all’Ordine stesso di un procedimento nei confronti dell’imputato e al Bo che posizione intenda assumere nei confronti del docente. Conferma l’avvocato Pietro Sartori: «Sulla perizia al centro della bufera e giudicata falsa dal pubblico ministero c’è il timbro dell’Università, quindi ci chiediamo se il Bo intenda procedere nei confronti di Montisci per danno d’immagine».

Il procedimento

Se venerdì la vicenda dell’incidente si chiuderà con il patteggiamento di Faccini, è invece rinviata al 16 ottobre l’udienza preliminare sulle accuse di falso, favoreggiamento e truffa a carico di Montisci, di cui i legali della famiglia Tiveron hanno chiesto l’acquisizione del fascicolo, per valutare se vi siano i margini per la costituzione di parte civile, dato il danno subito per il ritardo del risarcimento dell’assicurazione. Quest’ultima, infatti, non poteva risarcire un danno se non in presenza di una perizia che collegasse causa ed effetto, in questo caso l’incidente e la morte di Cesare Tiveron, circostanza che invece il professor Massimo Montisci nelle sue conclusioni escludeva attribuendo la morte a infarto.

La perizia incriminata

Secondo l’autopsia di Montisci risultò che Tiveron era morto a causa di un infarto sopraggiunto qualche frazione di secondo prima dell’impatto con la Fiat Bravo condotta da Faccini che veniva quindi scagionato. La famiglia della vittima ha però impugnato l’archiviazione davanti al gip Elena Lazzarin che, per valutare il lavoro di Montisci, ha nominato un pool di esperti di cui fanno parte il cardiochirurgo Carlo Vosa, l’anatomoistopatologo Antonio Perna, il medico legale Pietro Tarsitano, il cardiologo Vincenzo Santomauro, la tossicologa forense Pascale Basilicata. Sono stati loro a demolire la tesi dell’ex direttore di Medicina legale, ora sospeso. Nella relazione sul decesso di Cesare Tiveron, Montisci descrive esami fatti con macchinari che non ci sono nell’Istituto di Medicina legale di Padova e a fronte di 44 vetrini analizzati secondo il conto presentato dal medico, solo 18 sono quelli realmente chiesti alla Patologia cardiovascolare dallo stesso Montisci. Mancano inoltre le foto complete del corpo di Tiveron per una valutazione dei traumi riportati. —
 

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